L’Ospizio al passo del San Bernardino (2066m)
Svizzera

Via del San Bernardino: su su, fino alle sorgenti della Moesa

Eccoci giunti alla quarta ed ultima tappa di questa bella via San Bernardino, che ci ha permesso di scoprire la storia e le particolarità di questa via di transito percorsa da secoli e che ancora oggi ci dà lo spunto per contemplare la bellezza del creato e l’arditezza dei nostri antenati capaci di sfruttare e di vivere in un territorio tanto complesso. Questo tratto comprende circa 5 chilometri da percorrere in 2 ore con 457 metri di dislivello. Ma non solo, si tratta di un’esperienza particolare, poiché a tratti si è immersi nel silenzio della natura, mentre in altri momenti si incontra la strada che sale al passo dove sfrecciano numerose auto e moto, per arrivare al valico (2065 m) dove si trova l’Ospizio, costruito nel 1824-25 in riva al lago da cui nasce il fiume Moesa.

La giornata di inizio giugno che abbiamo scelto per questo percorso non si prospetta delle migliori: nuvoloni grigiastri si stagliano sopra di me e anche all’orizzonte. Ma ancora non so che non sarà il cielo a sorprendermi, ma piuttosto il terreno. La partenza dal villaggio che brulica di escursionisti e turisti è gradevole e ben presto ci si ritrova a salire tra pinete e silenzio. Il sentiero sale piacevolmente tra erba, muretti della mulattiera e ponticelli e incontra di tanto in tanto la carrozzabile. Man mano che avanzo con il cammino, il terreno diventa un «leopardo»: all’erba si alternano chiazze di neve, bucaneve e fiori dal blu intensissimo e numerosi rigagnoli. Nel bel mezzo del cammino mi si para davanti anche uno scoiattolo che scappa però via impaurito. Peccato ogni tanto vedere il cemento delle centrali di aerazione della galleria sottostante, ma del resto, lo sguardo è colto da altro. Più il cammino avanza più la macchia di leopardo scompare e mi ritrovo ben presto a percorrere gli ultimi passi immersa nella neve. Si, eccola la sorpresa: trovare ad inizio giugno ancora tanta neve sul Passo e nei tornanti subito sotto. Solo qualche rivoletto di neve sciolta inizia a scendere nell’ultimo tratto, ma il panorama è di un candore inaspettato.

Il sentiero immerso nel paesaggio alpino che porta al passo del San Bernardino

Il passo del San Bernardino porta con sé una ricca storia: a partire dal nome, che si deve al fatto che tra il 1450 e il 1467 fu costruita una cappella dedicata a San Bernardino da Siena, che pochi anni prima era diventato santo. Ancora una volta furono i signori De Sacco di Mesocco a costruire una cappella in un luogo ritenuto strategico. Sulla parete interna meridionale si scorgono figure purtroppo pesantemente ridipinte dei SS. Sebastiano e Bernardino attribuiti ai Seregnesi. Il passo ha una lunga storia: già i Romani utilizzarono questo passaggio tra i monti per collegare la pianura Padana con i territori conquistati a nord delle Alpi. Lo chiamarono però Monte degli Uccelli (o Mons Avium). Costruirono una strada (ancora oggi visibile quasi interamente), si dice forse anche per il trasporto della pietra di ottima qualità estratta nelle cave di «Lapidarium» (oggi Andeer). Non meno conosciuta all’epoca era la sorgente di acqua ricca di zolfo, ferro e magnesio che sgorgava nella zona sottostante il passo, tanto che durante il Medioevo quella stessa zona portava il nome di origine retica di «Bosco della Guarigione». È invece degli inizi del XIX secolo, la costruzione di una moderna strada carrabile. Questo accadde per motivi politici: i Grigioni e i re di Sardegna collaborarono economicamente per collegare il Piemonte (con il suo porto a Genova) e il centro Europa senza dover passare sul territorio austriaco. I progetti di costruzione di una ferrovia del San Bernardino non furono invece mai realizzati, ad eccezione della tratta a scartamento ridotto tra Bellinzona e Mesocco sulla quale abbiamo camminato in una parte del percorso. Tornando alla cappella, è importante ricordare il contratto di infeudazione, concluso nel 1467, che obbligò i proprietari di due casali vicini alla cappella ad accogliere i viaggiatori, a occuparsi della manutenzione del tracciato fino alla sommità e pure a suonare la campana.

Con queste notizie, dal passato più lontano fino alle ultime annotazioni contemporanee chiudiamo la descrizione di questa via. Concretamente, giunti al passo si può scendere ad Hinterrhein, e tornare in autopostale a San Bernardino villaggio. Per coloro invece che ci hanno seguiti sulla carta possiamo augurare che i paesaggi descritti siano stati utili per ricordarsi della Bellezza da cui siamo stati fatti e verso cui tendiamo. Buon cammino!

Chiara Gerosa

Le tappe precedenti:

Via san Bernardino: pellegrinare tra piccoli e grandi tesori (prima tappa)

Via del San Bernardino: dal fondovalle ai primi colli (seconda tappa)

Via del San Bernardino: dai colli al paesaggio alpino (terza tappa)

L’Ospizio al passo del San Bernardino (2066m)
15 Agosto 2021 | 18:00
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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