Ticino e Grigionitaliano

VI Domenica del Tempo ordinario

Calendario romano: Matteo 5,17-37.

Fede e morale. Fondamenti, ma anche punti di convergenza tra la Torah – la legge ebraica descritta nel Pentateuco – e quella evangelica di cui parla Gesù nel brano di questa domenica. Il figlio di Dio, scrive Matteo, non viene per abolire la legge, ma per compierla. Non si tratta solo di un’astuzia «politica» da parte di Gesù: il nuovo Testamento non può infatti prescindere dall’antico, che affonda le sue radici in quella tradizione orale che poi, trascritta, diventerà la Torah.
In un mondo politeista e tendenzialmente idolatra, l’ebraismo affermò l’esistenza di un solo Dio, sottolineandone il valore universale: se è uno solo, è il Dio di tutti. Questa è l’alleanza tra Dio e il suo popolo, che si rinnova costantemente nei tempi interpellando ogni uomo. Con Gesù questa alleanza si incarna e la legge diventa relazione con Lui. Tutto questo attraversa i testi che narrano la vita di Cristo: è da qui, infatti, che parte la riflessione di Dante Balbo con don Carlo Vassalli, vicario nella parrocchia di Gordola.
Lo scenario è ancora quello, estremamente panoramico, dell’oratorio di Gordemo. «Oggi può sembrare una legge antica, quella di cui parla Gesù» – esordisce don Carlo, «ma nel suo compiersi quei precetti sono calati nella nostra vita di ogni giorno. In noi il percorso di quella legge si completa». Dante Balbo si chiede se tuttavia alcuni precetti non siano percepiti come anacronistici, oggi: lo sguardo verso una donna, già sinonimo di peccato. O una qualsiasi parola sgarbata detta al prossimo. «Al tempo di Gesù erano temi scottanti» prosegue don Carlo, «oggi l’indicazione è di prestare attenzione a piccoli gesti apparentemente insignificanti. Il peccato spesso inizia da un primo passo errato. Da una parola di troppo che offende l’altro. Sta a noi accorgercene, e fare un passo indietro».

Cristiano Proia, dalla rubrica televisiva Il Vangelo in casa di Caritas Ticino in onda su TeleTicino e online su YouTube

Calendario ambrosiano: Giovanni 8,1-11.

Gesù, scendendo dal Monte degli Ulivi dove aveva trascorso la notte, si reca nel tempio. Qui lo raggiungono anche scribi e farisei che sospingendo davanti a loro una donna colta in atto di adulterio, gli chiedono di prendere posizione su quanto dice la legge di Mosé rispetto a questo reato. Più che il sincero desiderio di ascoltare la spiegazione di Gesù, la loro volontà è di cogliere anche lui, come la donna, in flagranza di reato rispetto alla legge. Gesù da un lato, i farisei e gli scribi dall’altra: nel mezzo una donna. Gesù sa che qualsiasi cosa che dirà, verrà usata contro di lui. La tensione che si crea è palpabile. Immaginiamo il tempio avvolto in un silenzio teso, assoluto. Anche Gesù tace e traccia con il dito dei segni sulla sabbia. Un gesto che sembra trascurabile: perché Giovanni ha ritenuto di dovercelo raccontare? Forse, allora, è importante. Mentre gli sguardi degli scribi e dei farisei e immaginiamo anche quelli della folla presente nel tempio, indugiano sulla donna, forse succintamente vestita, sicuramente terrorizzata, Gesù non la guarda. Il suo sguardo è concentrato sui tratti che disegna nella sabbia. E forse piano piano anche gli occhi dei presenti iniziano a seguire quei tratti, pensando che la risposta prenderà forma proprio da lì: da quella sabbia, da quel dito. L’attenzione passa dalla donna, a quel dito. Un dito che non indica. Non si rivolge contro nessuno. Neppure contro gli scribi e i farisei, quando rompendo il silenzio, dice: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Gesù non condanna. Né chi è stato colto in flagranza di reato né chi, servendosi di una donna, vuol cogliere Gesù in contraddizione con la Torah. Uno dopo l’altro, gli accusatori se ne vanno. Rimasto solo con lei le rivolge la parola chiamandola «Donna» – lo stesso appellativo con cui si era rivolto alcune settimane prima a sua madre, durante le nozze di Cana – regalando a lei che era stata portata al tempio per condannarla a morte, l’occasione di una nuova vita.

Unione Femminile Cattolica Ticinese

16 Febbraio 2020 | 10:34
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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