Vescovi Spagna su crisi catalana, educazione cattolica, Sinodo sui giovani, gender

Si è tenuta ieri a Madrid la conferenza stampa sui lavori dell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola (Cee) svoltasi dal 20 al 24 novembre. Il segretario generale e portavoce dei vescovi, don José María Gil Tamayo, ha illustrato i temi affrontati e le conclusioni della sessione.

In primo piano dei lavori, la crisi catalana. La posizione dell’episcopato spagnolo al riguardo – ha spiegato don Tamayo – resta quella espressa dal presidente della Cee, il card. Ricardo Blázquez Pérez, all’apertura dell’assemblea, vale a dire una presa di distanza dalla «rottura» che si è consumata nelle settimane passate da parte del governo regionale e il sostegno al «ripristino dell’ordine costituzionale«. Il confronto in plenaria si è svolto in un clima di «fiducia e di serenità», ha precisato Tamayo. La preoccupazione dei vescovi è che si salvaguardi la convivenza pacifica anche a livello sociale. Il «rispetto per le minoranze», ha spiegato Tamayo, deve trovare un modo per esprimersi nel «rispetto della Costituzione che regola la convivenza». La Chiesa, dal canto suo, «vuole portare avanti la sua missione di riconciliazione e di pace»

Ampio spazio durante la sessione è stato dedicato anche al contributo della Chiesa cattolica in Spagna nel campo educativo, sia a livello scolastico e universitario, sia attraverso l’insegnamento della religione nelle scuole. Un contributo di cui ha beneficiato il pluralismo religioso nel Paese, ha sottolineato don Tamayo ricordando il 25° anniversario dell’accordo di cooperazione firmato nel 1992 tra lo Stato spagnolo e le confessioni religiose minoritarie.

I vescovi hanno anche preso in esame la sintesi dei contributi ricevuti dalle diocesi, congregazioni e movimenti in risposta al questionario preparato dalla Santa Sede per il Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. La sintesi è già stata inviata a Roma e sarà prossimamente resa pubblica con una conferenza stampa.

Durante la plenaria – riporta l’agenzia Sir – si è parlato anche della proposta di legge presentata il 12 maggio in Parlamento dai deputati dal gruppo parlamentare Unidos Podemos-En Comú Podem-En Marea contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità o l’espressione di genere e caratteristiche sessuali e l’uguaglianza sociale di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender e intersessuali. Alla conferenza stampa don Tamayo ha ribadito in proposito che la Chiesa «rispetta la dignità di tutte le persone indipendentemente da qualsiasi caratteristica o condizione», ma che la proposta legislativa in discussione «esclude altre visioni sull’essere umano» e riduce «libertà fondamentali come la libertà religiosa o ideologica, la libertà di espressione o di stampa», e metterebbe in quindi in atto una vera e propria «censura».

(A cura di Lisa Zengarini)

VaticanInsider

28 Novembre 2017 | 20:08
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