Vaccini: appello dei leader religiosi perché venga fatta un'equa distribuzione

«Un’equa distribuzione dei vaccini è un imperativo umanitario. C’è una scelta. Il mondo dei prossimi 10 anni può essere più giusto, con più abbondanza e più dignità. Oppure, può essere un mondo di conflitti, insicurezza e povertà». Comincia così l’appello che leader religiosi e rappresentanti di Agenzie delle Nazioni Unite, nonché di organismi umanitari internazionali, hanno presentato lunedì in occasione dell’apertura a Ginevra dell’Assemblea mondiale della sanità.

Tra i firmatari  spiccano i nomi dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, primate della Comunione Anglicana; dello sceicco Ahmed al-Tayeb, grande imam di al-Azhar; del card. Peter Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, e del rabbino David Rosen, co-presidente di Religions for Peace. Ci sono anche Peter Maurer, presidente del Comitato della Croce Rossa internazionale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms; Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nell’appello i firmatari si dicono preoccupati dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’umanità, allargando le situazioni delle ingiustizie, le disuguaglianze tra Paesi ricchi e Paesi poveri, le sacche di miseria e instabilità. «Gli effetti si faranno sentire su scala globale negli anni a venire» e «nessun Paese nel mondo ne è stato risparmiato». Da qui la richiesta di garantire sia un accesso universale ai vaccini sia un’assistenza sanitaria qualificata e adeguata. «Dobbiamo costruire un mondo – scrivono i firmatari – in cui ogni comunità, indipendentemente da dove vive o da chi sia, ha accesso alle vaccinazioni: non solo per il Covid-19, ma anche per le tante altre malattie che continuano a fare del male e uccidere. Come ci ha dimostrato la pandemia, nel nostro mondo interdipendente nessuno è al sicuro finché tutti non saranno al sicuro. Dobbiamo scegliere tra nazionalismo vaccinale o solidarietà umana».

L’appello chiede ai partecipanti all’Assemblea mondiale della sanità di garantire a tutti i Paesi l’accesso ai vaccini condividendo conoscenza e competenza e assicurare all’interno dei singoli Paesi che tutti i settori della popolazione siano inclusi nei programmi nazionali di distribuzione dei vaccini, in particolare le fasce più emarginate. «È il momento di dare prova di una leadership decisiva. I Paesi e le organizzazioni in tutto il mondo hanno un’opportunità unica per affrontare la disuguaglianza globale e invertire le tendenze dell’anno passato. In tal modo porteranno dare speranza non solo ai più poveri del mondo, ma a tutti noi».

Sulla questione brevetti-vaccini leggi anche il commento del dottor Giovanni Pedrazzini, primario del cardiocentro di Lugano: Vaccini e brevetti: è una questione di etica (catt.ch)

26 Maggio 2021 | 10:45
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