Usa: Donald Trump giura da 45° presidente

Oggi cerimonia di insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che oggi giurerà a Washington come 45° presidente degli Stati Uniti. L’ultimo monito di Obama: «Rispetti la liberta’ di stampa». Ieri sera tafferugli a Washington tra manifestanti anti-Trump e sostenitori del tycoon. Il miliardario giunge alla più alta carica del Paese dopo una campagna elettorale aspra e un duro confronto con la candidata democratica Hillary Clinton, ma anche con quelli del suo partito repubblicano. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Un cammino verso la presidenza, quello di Trump, fuori dalle righe, spesso rovente, ma che ha raccolto il consenso della maggioranza degli americani. Sull’atteggiamento dell’elettorato cristiano sentiamo Massimo Faggioli, docente di Teologia alla Villanova University di Philadelphia, intervistato da Fabio Colagrande:

R. – Il suo messaggio ai cattolici è stato totalmente incentrato sulla questione dell’aborto; invece, ha trasgredito una grandissima tradizione della chiesa cattolica americana, quella del «social Gospel», cioè del Vangelo che sottintende alcuni requisiti sociali – l’attenzione per i poveri, gli immigrati, i deboli della riforma sanitaria – ma questo pare non averlo penalizzato nelle urne elettorali.

D. – Per quanto riguarda le politiche migratorie, lei crede che il presidente degli Stati Uniti continuerà sulla linea annunciata durante la sua campagna elettorale, l’ampliamento del muro con il Messico e altre politiche che, in qualche modo, vanno contro la multietnicità negli Stati Uniti?

R. – Lui proseguirà su questa linea. È chiaramente una presidenza che promette un atteggiamento punitivo verso gli immigrati, anche quelli legali, regolari. Il fatto è che la chiesa cattolica americana è fatta tutta da immigrati, fin dall’inizio. Quindi credo che molti cattolici e non cattolici americani si attendano dalla chiesa cattolica negli Stati Uniti un atteggiamento che non sia solo sindacale verso una questione che, internamente, la tocca molto direttamente. L’immigrazione è sicuramente il punto su cui i cattolici americani hanno già preparato il terreno per una battaglia con l’amministrazione su cui però non si sa molto, perché Trump ha cambiato spesso posizione.

Ma quale Paese, Trump si appresta a guidare? Ancora Fabio Colagrande ha sentito Alessandro Colombo, docente di relazioni Internazionali all’Università di Milano:

R. – Trump si trova a guidare un Paese sempre più profondamente diviso. Credo che Trump non sia la causa delle divisioni, ma l’effetto di queste. Da questo punto di vista la stessa amministrazione di Barack Obama ha comunque polarizzato enormemente l’opinione pubblica americana, quindi Trump è il punto finale di un processo di polarizzazione interna della società americana che dura, in verità, da diversi anni.

D. – A livello di politica estera colpiscono la sua volontà di riavvicinarsi alla Russia e invece le critiche all’Europa e alla Nato. Come si conciliano questi due atteggiamenti secondo lei?

R. – L’intenzione fondamentale del Trump, leader della politica estera americana, è quella di tagliare in buona parte gli impegni internazionali del Paese, convinto com’è,  com’era convinto per la verità Barack Obama, che il livello degli impegni internazionali degli Stati Uniti sia insostenibile alla lunga. L’altro elemento che sembra emergere è il fatto che Donald Trump sembra aver definitivamente individuato nella Cina il competitore globale degli Stati Uniti. Se davvero il neo presidente Usa ha deciso di individuare la Cina come competitore allora non ci può stupire che voglia riaccomodare i rapporti con la Federazione russa. Quanto all’Europa, gli Stati Uniti da diversi anni sono convinti che i rapporti tra Usa ed Europa siano fondamentalmente squilibrati e che la Nato sia diventata una sorta di macchina infernale attraverso la quale gli europei sfruttano gli americani. E su questo punto molto probabilmente Trump avrà un atteggiamo nei confronti dei partner europei ancora più dura di quello che tra l’altro avevano già avuto le ultime due amministrazioni.

(Radio Vaticana)

20 Gennaio 2017 | 12:50
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