Unità e fedeltà capisaldi del matrimonio

È «triste» che «una coppia che vive da tanti anni insieme non fa notizia» mentre «fanno notizia gli scandali, le separazioni, i divorzi»: Papa Francesco ha ricevuto il Tribunale della Rota Romana per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, sottolineando che «questa è la buona notizia: che la fedeltà è possibile» e che «tanti sposi cristiani sono una predica silenziosa per tutti». Unità e fedeltà, ha ribadito, sono «due fondamentali capisaldi» del diritto matrimoniale canonico.

Ai prelati uditori, officiali, avvocati e collaboratori del tribunale vaticano, che in analoghi appuntamenti aveva esortato ad applicare la sua riforma della nullità matrimoniale, Jorge Mario Bergoglio quest’anno ha posto l’accento sul fatto che «è quanto mai opportuno, anzi, necessario coinvolgere le comunità ecclesiali» nella formazione matrimoniale. Ricordando, in particolare, l’esempio dei santi sposi Aquila e Priscilla, che san Paolo considerava «collaboratori in pieno dell’ansia e del lavoro dell’Apostolo», il Papa ha sottolineato che «i coniugi che vivono il loro matrimonio nell’unità generosa e con amore fedele, sostenendosi a vicenda con la grazia del Signore e con il necessario supporto della comunità ecclesiale, rappresentano a loro volta un prezioso aiuto pastorale alla Chiesa. Infatti, offrono a tutti un esempio di vero amore e diventano testimoni e cooperatori della fecondità della Chiesa stessa».

«Davvero tanti sposi cristiani sono una predica silenziosa per tutti – ha rimarcato Francesco – una predica «feriale» direi, di tutti i giorni, e dobbiamo purtroppo constatare che una coppia che vive da tanti anni insieme non fa notizia, è triste, mentre fanno notizia gli scandali, le separazioni, i divorzi», ha proseguito citando una sua omelia pronunciata il 25 maggio 2018 a Casa Santa Marta: «Gli sposi che vivono nell’unità e nella fedeltà riflettono bene l’immagine e la somiglianza di Dio. Questa è la buona notizia: che la fedeltà è possibile, perché è un dono, negli sposi come nei presbiteri».

Nel suo discorso il Papa ha messo in evidenza il fatto che «la società in cui viviamo è sempre più secolarizzata, e non favorisce la crescita della fede, con la conseguenza che i fedeli cattolici fanno fatica a testimoniare uno stile di vita secondo il Vangelo, anche per quanto riguarda il Sacramento del matrimonio».

In particolare «l’unità e la fedeltà» sono «due fondamentali capisaldi non solo della teologia e del diritto matrimoniale canonico, ma anche e ancor prima dell’essenza stessa della Chiesa di Cristo», che «prima di essere, anzi, per essere obblighi giuridici di ogni unione coniugale in Cristo, devono essere epifania della fede battesimale» e rappresentano la condizione perché il matrimonio «sia validamente contratto».

Unità e fedeltà, peraltro, «sono due valori importanti e necessari non solo tra i coniugi, ma in generale nei rapporti interpersonali e in quelli sociali. Tutti siamo consapevoli degli inconvenienti che determinano, nel consorzio civile, le promesse non mantenute, la mancanza di fedeltà alla parola data e agli impegni assunti». Unità e fedeltà, infine, devono essere al centro dell’azione pastorale della Chiesa in una «triplice preparazione al matrimonio: remota, prossima e permanente». Anche il diritto matrimoniale, correttamente interpretato, «si pone al servizio della salus animarum e della fede degli sposi» e per questo, ha rimarcato Francesco, le sentenze rotali fanno riferimento alla dottrina cattolica «per quanto riguarda l’idea naturale del matrimonio, con relativi obblighi e diritti, e ancor più per quanto concerne la sua realtà sacramentale».

Il decano del Tribunale della Rota Romana, monsignor Pio Vito Pinto, che ha introdotto l’udienza, ha presentato al Papa tre persone presenti la cui presenza sottolineava aspetti significativi dell’insegnamento della Chiesa, monsignor José Carballo, segretario della Congregazione vaticana per i religiosi; Antonio Uricchio, rettore dell’Università di Bari intitolata ad Aldo Moro, e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale del sindacato Confsal.

«Santità – ha concluso – a gennaio scorso ci avete detto che nostro compito non è solo quello di soccorrere ed accudire le famiglie nei loro fallimenti ma anche assistere e sostenere i pastori in queste sfide epocali, che solo se tutti uniti intorno a voi, Cristo in terra, potremo essere capaci di vincere, divenendo così presupposto di una Chiesa famiglia di famiglie che non temerà il confronto con le culture, le fedi portate dai migranti che bussano alla porta dell’Europa cristiana».

(Vatican Insider – La Stampa)

29 Gennaio 2019 | 17:10
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