Una docente delle medie sull’imminente ripresa delle lezioni

«Cominciamo, e poi vedremo come va». Avrò sentito e – lo confesso – anche detto questa frase decine di volte da metà agosto, da quando, cioè, abbiamo tutti appreso la notizia che la scuola avrebbe riaperto «in presenza». In effetti ciò vuol dire tutto e niente. La sfera di cristallo non ce l’ha nessuno. Ma allora, cosa dobbiamo aspettarci? Cosa abbiamo fra le mani? Beh, di certo la mascherina (almeno noi docenti). Sarà sufficiente? E chi lo sa. Si spera! Anzi no. Non sarà sufficiente. Ci vorranno detersione delle mani, disinfezione di mani e superfici, distanza sociale. Distanza… Il primo pensiero va sempre lì, al Covid 19. Comprensibile, ma… Ma io sono una docente (sono, non faccio la docente), come posso, quindi, stare distante? Uffa, quanti problemi! Era meglio stare in vacanza! E poi, se parte la seconda ondata? Ok, ok, va bene, basta così. In epoca di «alta cautela sanitaria» si tende sempre a focalizzare tutto su quest’unico canale. Il contesto però rimane. Il resto non scompare. Non deve scomparire! Quindi: la scuola inizia in presenza e io sono felice! Ecco, l’ho detto! Felice di rivedere negli occhi i miei ragazzi, felice di poter ridere ancora con loro. Felice di ascoltare le loro avventure estive. Felice di poter condividere le loro emozioni tipiche dell’età adolescenziale. Felice di poter esserci in caso di preoccupazioni. Felice di condividere con loro passioni e aspettative. Non c’è distanza che tenga per questa «vicinanza ». Ecco perché sono un’insegnante. Da 20 anni ormai. Già, perché il 2020 segna il mio 20esimo anno di insegnamento. Che coincidenza! Mi chiedo davvero come sarà, questo nuovo anno scolastico. Ma non pretendo di avere una risposta ora. Non è necessaria. Anzi, ad essere sincera non la voglio nemmeno. Amo le sorprese! E comunque so che sarà come tutti gli altri anni, cioè diverso dal precedente. Ogni anno scolastico ha le sue peculiarità, le sue preoccupazioni, le sue gioie e i suoi dolori. Le sue novità. Le sue speranze. Le sue difficoltà. Le sue soluzioni. Non è retorica. È solo la vita che continua. E questo i ragazzi lo hanno imparato in fretta all’epoca del Covid 19. In effetti in questi mesi hanno (abbiamo) imparato molte cose. Abbiamo imparato che la paura non paga, ma che il rispetto, il senso civico, la solidarietà, salvano la vita. Abbiamo imparato a condividere pur senza toccarci. Abbiamo imparato ad ascoltare, seppur tramite un mezzo informatico. Beh, dai, stimolante, no? A giugno ci chiedevamo come avremmo iniziato la scuola a settembre. Nel mezzo, i mesi estivi ci hanno aiutato a rilassarci un po’. E ora la risposta: in presenza. Inizieremo in presenza. E la presenza è la cosa più bella che si possa desiderare. Presenza vuol dire «esserci». Comunque, in ogni caso e con ogni mezzo. E quindi, ci siamo! Forza ragazzi, ci siamo! E ci saremo sempre. Per voi. Per noi. Non abbassiamo la guardia. Non solo dal punto di vista sanitario, ma anche (e soprattutto) dal punto di vista personale. Ognuno di voi ha un dono grande: la vostra vita. Curatela, salvaguardatela e rispettatela. Vivete il presente al meglio per costruire un futuro grandioso. Con tutti i vostri splendidi talenti. Nonostante le difficoltà. Buon anno scolastico a tutti.

Maria Angela Vinciguerra, docente di scuola media

30 Agosto 2020 | 12:00
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