Un rivolgimento morale contro le armi nucleari

C’è un prima e un dopo Hiroshima e Nagasaki nella storia dell’umanità. C’è anche un prima e un dopo il devastante bombardamento atomico sulle città giapponesi nel modo in cui la Chiesa, innanzitutto attraverso il Magistero dei Pontefici, guarda alla tragica esperienza della guerra. La devastazione annichilente portata dagli ordigni nucleari obbliga anche la Chiesa a riconsiderare il tema del conflitto bellico con una nuova mentalità. Mai nella storia, infatti, gli uomini avevano avuto a disposizione un’arma capace di cancellare potenzialmente ogni traccia umana sulla faccia della terra. Una tale situazione inedita pesa in modo angoscioso sul cuore di Pio XII che – nel Radiomessaggio del 24 agosto del 1939 – aveva ammonito profeticamente: «Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra». Nell’agosto di 6 anni dopo, al termine di un conflitto che ha sconvolto il pianeta, quelle parole di Papa Pacelli assumono un nuovo tragico significato. Davvero, come dimostra quanto accaduto con il bombardamento nucleare statunitense su Hiroshima e Nagasaki, «tutto può essere perduto con la guerra».

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23 Novembre 2019 | 14:00
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