Tre giorni che fanno la storia: Francesco negli Emirati Arabi nel segno della speranza

Iniziato ieri sera, terminerà già domani: tre intensissimi giorni che segneranno la storia. Per la prima volta infatti un Pontefice si è recato negli Emirati Arabi, una Paese che rappresenta un importante ponte tra Oriente e Occidente: «È un ponte con l’Occidente – ha dichiarato all’arrivo il segretario di Stato Pietro Parolin-, ed è una terra che si caratterizza come una terra multiculturale, multietnica e multi-religiosa. In questa realtà, la presenza oggi del Papa è quello di scrivere una nuova pagina nella storia delle relazioni tra le religioni, confermando in particolare il concetto di fraternità. Questa è l’aspettativa e la speranza».

La sua prima giornata pubblica è cominciata con la cerimonia di benvenuto all’ingresso principale del palazzo presidenziale, seguita venti minuti dopo dalla visita ufficiale al principe ereditario. Francesco si è poi diretto alla grande moschea dello sceicco Zayed, una delle più grandi e sfavillanti del mondo musulmano, che può ospitare 40mila persone per il momento dell’incontro in forma privata con i membri del «Muslim Council of Elders». Attraversata la moschea con il Grande Imam, Francesco ha reso omaggio alla tomba del fondatore degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Zayed. Ad accogliere il Papa tre ministri: degli Affari esteri, della tolleranza e della cultura, figura recentemente istituita dal governo, all’interno dell’Anno della Tolleranza, promosso per il 2019 nel quale si colloca l’incontro interreligioso sulla fratellanza umana che si terrà nel pomeriggio al Founder’s Memorial, a cui parteciperanno circa 700 invitati, di diverse confessioni. Alla conferenza, che avrà due sessioni, parteciperà anche una rappresentanza della Comunità di Sant’Egidio guidata dal presidente, Marco Impagliazzo.
Per la prima volta in un Paese della Penisola Arabica si svolgerà, oggi e domani, un evento con i rappresentanti di tutte le religioni mondiali.

Agenzie/redazione

4 Febbraio 2019 | 11:35
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