Papa e Vaticano

Tornielli, Monda: due nuove nomine per il mondo della comunicazione della Santa Sede

Il Papa ha nominato il giornalista Andrea Tornielli direttore della Direzione Editoriale del Dicastero per la Comunicazione e il prof. Andrea Monda direttore responsabile dell’Osservatore Romano a succedere al prof. Giovanni Maria Vian, cui il Santo Padre ha conferito il titolo di direttore emerito del quotidiano vaticano.

Andrea Tornielli è nato a Chioggia (Venezia), il 19 marzo 1964, ha frequentato il Liceo classico e quindi l’Università di Padova dove si è laureato in Storia della Lingua Greca. Dal 1992 al 1996 è stato redattore del mensile 30 Giorni. Dal 1996 al 2011 ha lavorato per il quotidiano Il Giornale. Nell’aprile del 2011 è passato al quotidiano La Stampa, dove ha coordinato il sito web Vatican Insider. Vive tra Roma e Milano, è sposato e ha tre figli.

Luca Collodi, di Radio Vaticana Italia, ha chiesto ad Andrea Tornielli quale è l’importanza dei media cattolici nel mondo dell’informazione:

R. – Credo, e ho sempre creduto, che abbiano una grande possibilità, perché viviamo in un tempo in cui si commenta molto ma rischiano di sparire i fatti, cioè rischia di sparire una narrazione, un racconto, un’informazione basata sui fatti che tenga conto di tutti i fattori della realtà. Credo che i media vaticani abbiano un grande compito da questo punto di vista, aiutati da una grande ricchezza di professionalità e dalla ricchezza di lingue. E’ dunque una sfida veramente grande, che avverto ovviamente su di me come responsabilità; ma per fortuna c’è una macchina che è rodata e che ha una storia unica al mondo.

C’è spazio, oggi, per un’informazione alternativa?

R. – Sono convinto di sì e se usciamo un po’ dalle battaglie sui social, talvolta un po’ autoreferenziali, sono anche convinto che ci sono persone che desiderano un certo tipo d’informazione, solida, di approfondimento, che aiuti a pensare, che non riduca per forza la realtà, i fattori della realtà, a slogan. E questo credo che sia un compito che i media vaticani hanno in maniera particolare, anche perché legati proprio all’annuncio e alla testimonianza del Successore di Pietro.

Radio, social, internet: quale giusto equilibrio nella comunicazione vaticana?

R. – La riforma che è stata portata avanti in questi anni e che si sta compiendo è quella di far dialogare tutti questi media, di metterli in rete, di poter essere sempre più rete e dunque una piattaforma comune che li valorizzi tutti; valorizzando tutti, tutti i «marchi» che esistono e che hanno una loro storia imprescindibile. Questo è anche un modo per guardare al futuro, perché ormai il modo di fare giornalismo e di fare informazione prevede che il comunicatore sia in grado di usare tutte queste piattaforme e media diversi. Con un’attenzione, però, che non va mai dimenticata: il medium, il mezzo, non è mai il messaggio; c’è bisogno, dietro, di un messaggio forte, di un messaggio che sia ben comunicato, c’è bisogno di uno sguardo che sia uno sguardo – credo – autenticamente ecclesiale sui fatti che accadono. Da questo punto di vista i media vaticani hanno una grande responsabilità.

Il prof. Andrea Monda, scrittore e saggista, è nato a Roma il 22 marzo 1966, è sposato e ha un figlio, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma e ha conseguito la laurea in Scienze Religiose presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato per alcuni anni presso l’Ufficio Legale dell’Esattoria del Comune di Roma per conto di un Istituto bancario. Dal 2000 è docente di religione; da circa un decennio tiene seminari su cristianesimo e letteratura presso le Pontificie Università Lateranense e Gregoriana. È iscritto all’Ordine dei giornalisti, elenco pubblicisti; collabora con la pagina culturale di diverse testate giornalistiche, tra le quali Avvenire; scrive recensioni per La Civiltà Cattolica. Organizza laboratori ed eventi culturali ed è autore di diversi saggi e libri.

Monda: «Ho appreso la notizia della mia nomina con un sentimento misto di gioia e timore, meraviglia e incredulità e soprattutto di intensa gratitudine. Pratico il giornalismo da oltre trent’anni e mi sono sempre occupato di tematiche culturali, religiose e teologiche, non disdegnando quel particolare ambito professionale chiamato «vaticanismo», ma certamente non potevo immaginare di essere chiamato a dirigere il quotidiano della Santa Sede, quel «singolarissimo» giornale come lo ha definito San Paolo VI presentandolo (in occasione del centenario del 1961), come «un giornale di idee» che «non vuole soltanto dare notizie; vuole creare pensieri». E la prima idea che mi viene mente è che «L’Osservatore Romano» è il quotidiano della Chiesa e la Chiesa è innanzitutto il popolo di Dio. Ora quindi, partendo da questo spunto, si tratta di corrispondere con spirito di servizio alla grande fiducia accordatami dal Santo Padre nell’affidarmi il compito di contribuire – attraverso la guida de «L’Osservatore Romano» – al completamento della riforma del sistema della Comunicazione della Santa Sede affidata al Prefetto Paolo Ruffini. Coniugare in maniera unitaria e dinamica la diversità di mezzi e la continuità delle loro storie è la sfida che abbiamo davanti e sarebbe bello immaginare che un giornale importante e autorevole come «L’Osservatore Romano» possa essere un giorno letto dai giovani di tutto il mondo che sognano un buon giornalismo. Si apre per me una grande avventura che sono felice di affrontare insieme al nuovo Direttore Editoriale, Andrea Tornielli, e ai colleghi tutti. Farò la mia parte fino in fondo per proseguire il lavoro svolto dal Professor Vian e da tutti i miei predecessori, fiducioso di poter dire anch’io, nel mio piccolo, che: «Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti»».

(Vatican News)

18 Dicembre 2018 | 17:18
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