Ticino e Grigionitaliano

Torna il Film festival Diritti Umani

Una madre che si mette a filmare la tragedia in corso ad Aleppo per poterla mostrare alla figlia nascente, «affinché capisca»; dei profughi, in fuga dai talebani, che con il supporto di tre cellulari filmano la loro fuga dall’Afghanistan durata anni; un gruppo di donne coraggiose che in Sudan sogna di fondare una squadra di calcio. Dopo la passata edizione che ha riunito ben 6000 spettatori, torna il FFDUL-Film Festival Diritti Umani di Luganoin programma dal 9 al 13 ottobre 2019, per la direzione di Antonio Prata e la presidenza di Roberto Pomari. Il festival – presentato quest’oggi in conferenza stampa al Centro pastorale S. Giuseppe a Lugano – si riconferma come uno degli appuntamenti autunnali di grande prestigio e attenzione all’interno del panorama cinematografico svizzero e non solo. Attraverso i film che propone sa dare voce a chi nel mondo combatte per i propri diritti, attraverso la settima arte, all’interno di un percorso diversificato e mai banale.

«Il cinema non tradisce mai, è sempre legato in un modo o nell’altro all’attualità», esordisce Roberto Pomari. «In questo modo ci permette di trovare degli spunti di riflessione, uno spazio, un momento per porre e porci domande». Il filo conduttore del festival di quest’anno sarà l’ambiente, «un argomento portato avanti dai più giovani, che è anche il nostro pubblico ideale. Avremo dunque film e pellicole che presentano il tema con grande sensibilità». «Vogliamo che questi film siano un po’ lo specchio della nostra coscienza: quanto incidiamo nel modificare, diciamo pure, sporcare, il nostro pianeta?».

Ospiti e forum

Tantissimi gli ospiti che si alterneranno al Festival, tra i quali ricordiamo uno dei cineasti più attivi e impegnati del nostro tempo, Lech Kowalski, presente al Festival con il film sulle problematiche del lavoro On va tout péter, Lynn Zhang, una delle registe di One Child Nation, pellicola sulla politica cinese del figlio unico; François Kholer, regista di JE NE TE VOYAIS PAS, film sulla ›giustizia riparativa’, Federica Angeli, giornalista di Repubblica, ad oggi sotto scorta per le sue inchieste sulla mafia iniziate nel 2013; Daniel Wyss regista di Ambassade, che racconta le azioni diplomatiche che hanno permesso di risolvere la crisi degli ostaggi statunitensi avvenuta in Iran nel 1979, insieme a un testimone d’eccezione, Flavio Meroni; e poi ancora Leyner Palacios, menzionato al Nobel per la Pace nel 2016, che ritroveremo nel film BOJAYÀ, CAUGHT IN THE CROSSFIRE; l’economista Alan Friedman; lo storico Marcello Flores, esperto di Diritti Umani così come Donatella Ravera.
Come da tradizione, infatti, le diverse tematiche legate ai diritti e alla dignità umana, verranno trattate nei Forum di approfondimento che caratterizzano il FFDUL; partendo dagli stimoli cinematografici i forum vedranno ospiti gli esperti dei più svariati settori insieme ai registi e protagonisti delle storie raccontate dai film stessi.  Un dialogo in cui, dopo le proiezioni, anche il pubblico del Festival potrà intervenire.

Premio diritti umani all’autore Hassan Fasili

Un importante momento del Festival sarà quello del «Premio Diritti Umani per l’autore» che quest’anno verrà assegnato al cineasta afgano Hassan Fazili, autore di Midnight traveler, che durante il suo percorso artistico è stato regista di film e di teatro e ha collaborato alla realizzazione di alcune serie televisive nel suo paese. È proprio in quest’ultimo film che Fazili racconta insieme alla moglie, attraverso uno smartphone, il viaggio della famiglia durato tre anni per raggiungere l’Europa e scappare dalla «condanna a morte» ricevuta dai talebani dopo la realizzazione del film Peace in Afghanistan (2013), in cui uno dei maggiori esponenti talebani, Mullah Torjan, dichiara di volere deporre le armi e invita i suoi compagni a seguirlo per avviare un processo di pace nel suo paese. Verranno inoltre proposti, per la prima volta in Svizzera, numerosi corti del regista.
Il Festival ha invitato a Lugano  Hassam Fazili  per ritirare il premio; siamo in attesa di conferma.

Concerti

La musica come negli anni scorsi sarà protagonista al FFDUL. In collaborazione con il CAT (Comunità d’Africa in Ticino) e la Divisione Eventi e Congressi della città di Lugano, allo studio Foce, il 12 ottobre si terrà il concerto del gruppo ATSE TEWODROS PROJECT ( http://www.atsetewodros.org/), composto da quattro musicisti etiopi di tradizione, tre musicisti italiani e dalla scrittrice e performer ideatrice del progetto Gabriella Ghermandi, la voce del gruppo.
Grazie alla collaborazione di FFDUL con Medici Senza Frontiere Svizzera, venerdì 11 ottobre si potrà ascoltare la musica del duo KALA JULA formato da Samba Diabaté e Vincent Zanetti. Essenzialmente strumentale e acustica, la loro musica è profondamente radicata nelle tradizioni Mandingue del Mali, nel blues e nel jazz ( https://www.kalajula.ch/).

Mostra Fotografica

Non mancherà inoltre l’appuntamento con l’arte. Accanto alla ricca proposta cinematografica il Film Festival Diritti Umani Lugano proporrà una mostra fotografica per dare ulteriore spazio alle tematiche dei diritti, che qui diventano occasione di riflessioneLANDLESS, fotografie di Davide Vignati, esposte presso il Centro Pastorale San Giuseppe dal 1 al 20 ottobre 2019 (inaugurazione 1 ottobre, ore 18,30). LANDLESS nasce dalla necessità di memoria e testimonianza dell’autore. Dopo quasi quindici anni trascorsi in zone di conflitto e di crisi umanitarie, Davide Vignati inizia un processo di riordino e rivisitazione di un esteso archivio fotografico personale che conta svariate migliaia di scatti colti nel corso della sua attività di operatore umanitario. Presto su catt.ch l’intervista all’autore.

Proiezioni al Cine Iride e al Cinema Corso di Lugano.

Laura Quadri

26 Settembre 2019 | 12:48
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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