Ticino e Grigionitaliano

Ticino: un Presepe vocale da cercare e ascoltare

Come la «Notte del racconto», l’amatissimo appuntamento che ogni anno coinvolge a novembre famiglie e bambini, quest’anno, a causa della pandemia, anche il consueto percorso di avvicinamento alla «festa più bella dell’anno» sarà online e unirà un programma di racconti natalizi, alla narrazione di quella che è la storia per eccellenza del Natale: il racconto della nascita di Gesù. Ed è così che quest’anno il tradizionale presepe vivente è diventato un… «Presepe vocale» ci spiega don Marco Notari, tra i promotori di quest’ iniziativa nata da un’idea maturata tra appassionati catechisti del Luganese e del Mendrisiotto e successivamente concretizzata da chi è esperto di nuove tecnologie.

Lo scopo è comunque sempre lo stesso: vivere l’atmosfera e i temi dell’Avvento e del Natale attraverso racconti e storie, offrendo a bambini, ragazzi e famiglie una proposta interessante, coinvolgente, ma nel rispetto del distanziamento sociale richiesto dalla pandemia. Saranno diversi animatori radiofonici di varie emittenti locali, ad offrire le loro voci al «Presepe vocale» per narrare le più belle storie di Natale. Dal 16 dicembre nelle chiese di Lugano, Balerna, Breganzona, Mendrisio, Rovio, Loverciano e altre località che aderiranno successivamente all’iniziativa, si potrà trovare un colorato totem (vedi foto sotto). Su di esso tre codici QR, opportunamente visualizzati con la camera di un cellulare, rimanderanno ad altrettante storie registrate e messe online. I Re magi (di D’Annunzio), il Natale di Martin (di Tolstoj), L’oste (di Bargellini) e tante altre storie per un totale di sedici, saranno messe a disposizione di adulti e bambini che visiteranno queste chiese e scansioneranno i codici dei vari totem, posizionati nei diversi luoghi di culto. Il percorso è guidato: infatti da una località con il suo totem si arriva ad un’altra località con un altro totem, grazie a delle indicazioni specifiche che guideranno i grandi e i piccoli utenti nel percorso. «L’attesa è il tempo in cui preparare il cuore», riprende don Marco. Lo facciamo in un Avvento caratterizzato dalla pandemia che ci costringe a vivere in modo diverso tante cose. Quindi «prendiamoci il tempo per scoprire, creare, condividere anche nuove ritualità», conclude don Marco che utilizza come metafora le parole di uno dei personaggi del «Piccolo Principe», il racconto di Antoine de Saint-Exupéry. «Questa attesa – spiega il personaggio della volpe – è il prezzo della felicità, una delle vie più belle per raggiungerla, è vivere il rito». (red)

1 Dicembre 2020 | 07:53
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