Ticino: il Natale in parrocchia all'insegna della solidarietà

Non è semplice vivere il Natale in parrocchia in tempo di Covid. Abbiamo sentito alcuni preti ticinesi in occasione delle imminenti festività, per farci raccontare come le loro comunità, osano essere – soprattutto in questi giorni – luoghi ancora più «ospitali», rinvigorendo così il senso stesso della loro missione.

Una candela per parlare di speranza
A Chiasso il parroco don Gianfranco Feliciani, da quando è iniziato l’Avvento, ha deciso non tanto di «fare» ma di «esserci», a partire da quella piccola candela, che ogni sera accende sul davanzale della casa parrocchiale, affinché chiunque passi per strada possa in un certo senso sentirsi rassicurato: non c’è notte troppo buia perché quella piccola candela non arda e si consumi. Accanto alla candela, vi sono diverse altre iniziative che hanno continuato a diffondere la loro luce sul territorio della parrocchia, in primis la collaborazione con il Tavolino Magico, grazie al quale ogni martedì oltre 60 famiglie, per tutto l’Avvento e anche prima, hanno potuto usufruire della distribuzione di beni di prima necessità. «Molti parrocchiani, impegnati con la mensa dei poveri – sospesa a causa del Covid – ora collaborano con il Tavolino Magico, che, concretamente, ci aiuta a portare avanti questo importante impegno solidale», spiega don Gianfranco. I bisogni, a Chiasso e dintorni, non sono meno di prima; il parroco prova però a sperimentare altre forme di vicinanza alla gente, a cominciare dagli appuntamenti sul canale youtube «Chiasso Tv»: la catechesi settimanale e poi, la domenica, la Santa Messa via streaming. «So per certo che ci seguono diverse centinaia di persone, tra cui molti anziani», racconta. «A loro penso spesso, anzi, dedico le mie giornate, sentendoli per telefono. Sottolineerei anche che non sono solo io a interessarmi delle persone, ma è la gente stessa che cerca la figura di un prete per confidarsi». Viviamo un presente «impoverito» di quelle relazioni a cui prima eravamo abituati, ma grazie al presepe – secondo don Gianfranco – troviamo un senso a questa fatica:

«Il Natale è questo: un bambino, una mamma e un papà in una grotta. Ma quanto amore in tanta semplicità!».

La vicinanza agli anziani del Mendrisiotto
Don Gian Pietro Ministrini a Balerna,
come don Feliciani a Chiasso, è tra i pochi che hanno il permesso dalla direzione della locale casa anziani, di continuare a offrire, due volte la settimana, la possibilità agli ospiti di partecipare alla messa, in risposta al loro desiderio di continuare a ricevere i sacramenti: «Purtroppo sono stati mesi difficili; l’impossibilità di svolgere attività in comune ha davvero infragilito gli anziani; la messa è uno dei pochi momenti dove si possono ritrovare assieme». Anche l’usanza della preparazione comunitaria alla confessione, che a Balerna radunava circa 350 persone, quest’anno non ci sarà. La preparazione alle confessioni avverrà singolarmente. A questo sacramento – ci spiega don Gian Pietro, – verrà dedicata la Vigilia. Intanto, in questi giorni, il parroco è impegnato, più del solito, a portare l’Eucaristia nelle case; le richieste sono raddoppiate, di pari passo con l’impegno dei sacerdoti di stare accanto alla gente della parrocchia, perché «quello che si può fare va fatto».


Il Natale visto dai bambini
A Bellinzona, nella parrocchia delle Semine, Adriana Negretti, catechista, ci racconta, invece, di una semplice iniziativa, che però ha portato tanta gioia: «Da una maestra della scuola elementare La Caravella, è partita l’idea di far disegnare ai bambini qualcosa sul Natale; i disegni sono poi stati portati alla casa anziani Paganini Rè, per decorare le sale in comune. Gli anziani hanno apprezzato molto».

A Locarno un Natale solidale
«La nostra parrocchia ha una tradizione di solidarietà molto radicata», ci racconta a sua volta don Carmelo Andreatta, arciprete di Locarno, pensando proprio al lavoro svolto per offrire soccorso a chi rischia di soffrire di più di solitudine. «Per noi conta molto poter fare affidamento su alcuni sodalizi di lunga esperienza presenti sul nostro territorio: la Società San Vincenzo e le Vincenziane, per esempio. Il giovedì, invece, è il giorno del Tavolino Magico». Il sostegno materiale viene integrato con quello spirituale: «Nel corso del mese di ottobre, dedicato a Maria, ci siamo interrogati su quanto di utile, in tempo di Covid, potevamo fare come comunità. Così, la preghiera mariana, appuntamento tradizionale del mese di ottobre, è diventata ora anche un appuntamento che viene riproposto anche in Avvento. Sono convinto che le iniziative, in campo cristiano, debbano cominciare dal mettersi in ginocchio davanti a Dio». Nel frattempo, dall’inizio dell’Avvento, don Carmelo sta visitando, una per una, le case dei parrocchiani più anziani: «Appena ho intravisto la possibilità di portare di persona gli auguri in tutta sicurezza, non ho voluto rinunciarvi».

«Casa Martini»
Sul territorio della parrocchia di Locarno, ma da essa indipendente, vi è anche il centro di prima accoglienza «Casa Martini». È il responsabile, fra Martino Dotta, a raccontarci queste settimane di Avvento: «Per i giorni festivi, desideriamo offrire momenti di convivialità, anche se a un numero limitato di persone. Nel medesimo tempo, come al Centro sociale Bethlehem di Lugano, distribuiamo pasti gratuiti. Per il giorno di Natale prevediamo qualche prelibatezza in più e qualche sorpresa».

A causa delle norme sanitarie vigenti, per usufruire dei servizi del Centro sociale Bethlehem, tra cui la distribuzione di pasti caldi da asporto, in particolare nel giorno di Natale, è necessario annunciarsi: 091 605 30 40. Analogamente per il Centro di prima accoglienza «Casa Martini» a Locarno, telefonando al numero 091 752 08 23.

Laura Quadri

23 Dicembre 2020 | 06:37
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