Ticino e Grigionitaliano

Ticino: da Mendrisio a Bellinzona scout al servizio della comunità

È un telefono che squilla sempre più spesso quello di comuni e associazioni che offrono agli anziani la possibilità di annunciarsi e farsi portare la spesa a casa. Le richieste sono tante, a volte difficili da gestire anche a causa del telelavoro obbligato, ma per fortuna sono parecchi anche i volontari. In particolare, la chiusura definitiva delle scuole, due settimane fa, a seguito dell’emergenza coronavirus, mentre per decine di studenti ha significato lasciare i banchi vuoti, per gli scout di tutto il Ticino è stato il segno che bisognava cominciare ad agire. «La chiusura delle scuole è stato uno dei primi pressanti inviti alla popolazione a rimanere a casa; già allora, con la campagna #distantimavicini, si auspicava che gli over 65 rimanessero a casa, auspicio che è nel frattempo diventato un obbligo. A fronte di questa situazione, nel giro di 24 ore, dopo la decisione, almeno il sessanta per cento delle associazioni scout erano già attive in qualche modo sul territorio». A parlare è don Marco Notari, assistente spirituale delle sezioni scout cattoliche del Ticino. «Ora la tendenza è quella di raggrupparci e unire le forze. Nel Mendrisiotto gli scout, ad esempio, stanno portando avanti il loro servizio assieme all’Associazione Assistenza e Cura a Domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ACD). Quasi una trentina di loro si sono messi a disposizione per fare compagnia telefonicamente agli anziani; la lista di questi volontari è a disposizione dell’ACD, che li distribuisce a seconda del bisogno », racconta don Marco.

Lo scopo è quello di avere maggiore interazione con i servizi già offerti nel frattempo dai vari comuni e anche di avere delle formazioni in comune, ad esempio in materia di prevenzione: «Vogliamo esserci, anche come scout, con tutta la coscienza necessaria. Per questo seguiamo le indicazioni del medico cantonale e ci teniamo aggiornati», sottolinea don Marco.

Il servizio della spesa a domicilio, invece, laddove possibile, tende ad essere svolto a livello locale. A Balerna, dove don Marco presta il suo aiuto, è il comune stesso a indirizzare i cittadini verso gli scout: «In realtà piccole come la nostra, gli scout hanno deciso di puntare sul locale: la spesa viene fatta nel negozietto di paese. La gente lo sa e non pretende che sia sempre tutto disponibile».

Il centralino che gli scout hanno attivato nel frattempo serve anche da punto di ascolto: «Le chiamate raddoppiano ogni giorno. Ogni tanto telefonano anziani davvero scoraggiati. Come prete scout, mi sento il referente giusto per questo genere di chiamate». Don Marco è assistente spirituale delle sezioni scout cattoliche, ma ci tiene a sottolineare che lo scoutismo, a livello ticinese, si è attivato indipendentemente dalle convinzioni religiose dei singoli gruppi: «La risposta è stata molto rapida. Il motto degli scout adulti – «al servizio» – è risuonato in tutta la sua forza».

La solidarietà delle varie sezioni si è organizzata in modo spontaneo, come ribadisce anche Nicholas Falappi, responsabile comunicazione di Scoutismo Ticino: «A livello cantonale, l’invito che abbiamo rivolto alle sezioni in seguito all’emergenza coronavirus era quello di ripensare alle proprie attività approfittando delle opportunità del web e, poi, di trovare una forma per mettersi al servizio della società. Ognuno ha poi risposto a modo suo all’appello».

Nel Luganese sono 8 le sezioni scout che si sono organizzate nel frattempo per portare la spesa a domicilio. Tutto è partito all’incirca 15 giorni fa, dall’accordo dei rispettivi capi-sezione, come ci racconta Daniel Mannini, responsabile della sezione San Sebastiano a Breganzona: «Personalmente, l’idea è nata in fretta, osservando quanto accadeva nella mia stessa famiglia: il pensiero è andato a chi non ha figli o nipoti su cui contare. Nel sentire poi le varie sezioni scout che si stavano mobilitando, anche quelle che ancora non si erano mosse, hanno deciso di farlo». La sezione scout San Sebastiano aiuta la popolazione, oltre che a Breganzona, a Besso, Collina d’Oro, Muzzano e Sorengo. Tra i 24 volontari che si sono messi a disposizione, vi è Michela Fusi. Quando la contattiamo, a metà pomeriggio, è già alla sua quarta consegna a domicilio: «Abbiamo un centralino al quale arrivano tutte le richieste; ne riceviamo almeno 20 al giorno». Ma come funziona esattamente la consegna della spesa? «Ognuno di noi ha il suo stile. Io ad esempio mantengo un contatto telefonico anche durante la spesa, per capire esattamente quali prodotti devo acquistare».

Nel Bellinzonese la storia si ripete: poche ore dopo l’annuncio della chiusura delle scuole, ritroviamo le tre sezioni scout di Bellinzona, Claro e Daro unite per dare una mano, grazie all’iniziativa delle loro capo-sezioni. «Qui la consegna avviene di solito il mercoledì e il sabato, ma siamo flessibili », ci racconta Giulia Pescioli, capo- sezione di Daro. «Per l’anziano che chiama vuol dire rinunciare alla propria autosufficienza, e riconoscersi bisognoso di aiuto. Come scout, ho sentito che per me, dare avvio a questo genere di aiuto, era la cosa giusta da fare nell’immediato».

Laura Quadri

29 Marzo 2020 | 17:32
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