Thailandia: tutti salvi i ragazzi e l'allenatore intrappolati nella grotta

Finalmente sono tutti in salvo: si sono concluse, infatti, in Thailandia le operazioni di soccorso per liberare gli ultimi bambini ancora imprigionati nella grotta Tham Luang e il loro allenatore.
La svolta nella giornata di oggi con la ripresa stamattina dell’attività dei sommozzatori e della squadra di soccorso internazionale.

Gioia per il salvataggio

A VaticanNews, don Raffaele Sandonà della Missione cattolica di Kiang Mai, non distante dal luogo dove si trova la grotta, commenta la drammatica vicenda a partire dalla gioia della popolazione locale per il buon esito. Riferisce poi delle preghiere della comunità cattolica e della grande solidarietà inter-religiosa e della comunità internazionale manifestate in questa occasione, della gratitudine per l’ appello fatto dal Papa per la liberazione dei ragazzi, apparso in tutte le testate d’informazione locali.

Ma commenta anche le polemiche sorte nel Paese per le accuse di opportunismo politico rivolte alla maggioranza di governo che avrebbe strumentalizzato l’incidente accorso ai ragazzi.

I ragazzi ricoverati stanno bene

E a proposito di medici, quelli dell’ospedale di Chang Rai fanno sapere che i ricoverati stanno bene. Camminano, scherzano, chiedono cioccolato. E vogliono sapere dei loro compagni. Quattro di loro hanno potuto finalmente vedere da vicino i genitori, sia pure attraverso una vetrata che li tiene in quarantena (almeno fino a mercoledì sera) per il rischio d’infezioni: mani attaccate al plexiglass, un foglietto di mamme e papà con la scritta «vi vogliamo bene».

Ragazzi straordinari

Un membro del team internazionale dei soccorritori, Ivan Karadzic, aveva parlato dei ragazzini intrappolati in questi termini: «Stanno facendo qualcosa che nessun bambino prima di loro aveva mai fatto». L’esperto sub spiega: «Non è assolutamente normale fare immersioni in grotta per bambini di 11 anni. Si stanno immergendo in un ambiente considerato estremamente pericoloso, in totale assenza di visibilità, l’unica luce è quella delle torce che indossano». Il rischio è elevato: «Avevamo ovviamente molta paura di ogni tipo di panico, poi ci sono i possibili malfunzionamenti delle apparecchiature che potete immaginare. Non riesco a definire quanto siano grandi questi piccoli bambini, sono ragazzi incredibilmente forti».

Agenzie/red

10 Luglio 2018 | 18:59
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