Terra Santa, il messaggio di Natale del Custode: «abbiamo bisogno di lasciarci illuminare dalla nascita di Gesù»

Un messaggio con il pensiero rivolto alle guerre in Siria e nello Yemen, ai rifugiati e agli sfollati, alle vittime delle crisi economiche ed ecologiche, a chi rifiuta il fratello e il suo diritto di esistere: a lanciarlo oggi in occasione del Natale è il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. «Oggi ancora abbiamo bisogno di lasciarci illuminare dalla nascita di questo bambino, che è il Figlio di Dio e il nostro Salvatore», scrive il Custode nel suo messaggio intitolato «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia…». «Quante persone, ancora oggi, vivono circondate dalle tenebre come i pastori che vegliavano duemila anni fa». L’elenco del padre Custode è lungo e parte dai «nostri fratelli e le nostre sorelle in Siria e in Yemen, come in molti altri Paesi del mondo» che «vivono ormai da molti anni nelle tenebre di conflitti sanguinosi, che trasformano milioni di persone in sfollati, in rifugiati sradicati dalla propria famiglia e dalla propria cultura, cacciati dalla propria patria e spesso nell’impossibilità di trovare accoglienza in una nuova terra». Ci sono poi «tanti altri nostri fratelli in umanità» che «vivono nelle tenebre causate dalle crisi economiche ed ecologiche, che mettono in ginocchio intere popolazioni e, spesso, costringono a emigrare». E c’è chi «la tenebra la porta dentro, una tenebra che a volte è frutto dell’aver subito violenza, altre volte è frutto invece delle proprie scelte sbagliate, altre ancora dell’incapacità di accettare qualche esperienza dolorosa della vita». Tenebre che «almeno in parte, sono dentro ciascuno di noi» e che rispondono alla «tenebra del peccato, della lontananza da Dio, del voler fare a meno di Lui o del vivere come se Lui non esistesse. Tenebre che si trasformano presto nel rifiuto del fratello o della sorella, del suo diritto a esistere, del riconoscimento della sua dignità di persona, dal primo istante del concepimento fino all’ultimo respiro che dona il Creatore. Tenebre che accomunano chi vive in ogni parte del mondo». Da qui la preghiera che «la luce del Bambino di Betlemme possa entrare nella coscienza e nell’esistenza di ognuno di noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità; possa la sua luce illuminare tutti i popoli e i fedeli di ogni religione che stanno desiderando Lui, che a tentoni lo stanno cercando. Possa Egli illuminare la coscienza di coloro che governano le nazioni e l’economia e aiutarli a scoprire che governare è prendersi cura di chi è più piccolo, di chi è più fragile, di chi è senza tutela. Possa il Bambino di Betlemme illuminare l’azione di chi fa cultura e comunicazione perché diffondano il messaggio del bene. Buon Natale dal luogo in cui gli angeli hanno cantato: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che Egli ama».

Agenzie

21 Dicembre 2018 | 16:30
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