Tensioni in Terra Santa, stop ai visti per i pellegrini indonesiani
I governi di Israele e dell’Indonesia si scontrano sulle violenze nella Striscia di Gaza. A farne le spese rischiano di essere i pellegrini della minoranza cristiana indonesiana che potrebbero non poter più recarsi a Gerusalemme. È l’ultimo capitolo abbastanza paradossale della guerra dei boicottaggi, uno dei volti che in questi ultimi anni ha assunto lo scontro tra israeliani e palestinesi, in assenza di iniziative politiche per rilanciare il processo di pace.
Il caso è legato alle tensioni nella Striscia di Gaza, con il braccio di ferro intorno alla »Marcia del ritorno», la protesta promossa ogni venerdì da alcune fazioni palestinesi con l’obiettivo di rompere l’isolamento imposto da Israele al territorio governato da Hamas. Le immagini della dura repressione dell’esercito israeliano – con più di un centinaio di morti palestinesi in queste settimane – hanno spinto il governo di Jakarta ad attuare una forma di boicottaggio filo-palestinese: alla fine di maggio il ministero degli Esteri ha iniziato a rifiutare il rilascio del visto di ingresso ai turisti israeliani diretti alle spiagge di Bali. A quel punto, però, il governo Netanyahu ha risposto con una ritorsione speculare: ha annunciato che farà la stessa cosa con gli indonesiani diretti in Israele. Solo che questa misura «contro un governo solidale con Hamas» va a colpire di fatto quasi esclusivamente i cristiani, che rappresentano circa il 10% dei 260 milioni di abitanti dell’Indonesia.