L'abate Mauro Lepori.
Sinodo

#Synod2018: oggi consegnata la bozza del documento finale

È cominciata oggi la lettura e la discussione tra i padri sinodali della bozza del Documento finale della XV Assemblea sinodale dedicata ai giovani, in vista dell’ultimo atto che si terrà Domenica prossima in piazza San Pietro, dove Papa Francesco chiuderà l’evento con una solenne Concelebrazione Eucaristica.

Il testo sarà votato nel dettaglio, paragrafo per paragrafo, e non in blocco come si era pensato in un primo momento, e ciò garantirà una discussione conclusiva molto articolata. Saranno i contenuti di questo documento a dare – visto dall’ottica dell’opinione pubblica – la «misura del successo» dell’assemblea sinodale. Permetteranno infatti di capire quanto la Chiesa Cattolica sia riuscita ad entrare in sintonia e in dialogo con i giovani cattolici, ma più in generale con tutti i giovani del mondo.

I padri sinodali – ci racconta P. Mauro Lepori – hanno lavorato intensamente partendo dall’Instrumentum laboris con i suoi tre grandi «capitoli»: riconoscere la situazione attuale del mondo giovanile; interpretare, cioè capire e approfondire i temi cardini della vocazione, del discernimento e dell’accompagnamento; infine scegliere, la parte più difficile, per tradurre in scelte concrete ed indicazioni puntuali tutta l’esperienza del sinodo.

Si è ascoltato molto ma dentro nei circoli minori (gruppi linguistici di circa una ventina di persone) si è anche dialogato molto. Negli ultimi giorni il grande lavoro è stato portato avanti dagli esperti che dovevano elaborare la bozza. Un’impresa quasi impossibile! Come fare per trattenere tutta la ricchezza, la multiformità di questo sinodo. Umanamente sopraggiunte un sentimento di smarrimento. Ma io ho fiducia nello Spirito Santo – ci confida P. Lepori – e sarà Lui a stupirci. Perché qui al Sinodo si è fatta veramente un’esperienza di Chiesa, abbiamo cercato Gesù in mezzo a noi, è emersa la bellezza del Mistero di Cristo.

Parallelamente ai lavori ufficiali del Sinodo i superiori degli ordini religiosi si sono incontrati per un confronto. Cosa è emerso?

La nostra presenza nella Chiesa è vasta nel mondo (rispetto ad es. alle diocesi o alle conferenze episcopali). Quindi abbiamo un punto di osservazione molto privilegiato, simile a quello dei nuovi movimenti ecclesiali. Il nostro sguardo raggiunge quindi le periferie molto amate da Papa Francesco. Li incontriamo esperienze di fede eroiche vissute in situazioni di grandi sofferenze. E’ come se lo Spirito Santo stia già rispondendo alle sfide che questo sinodo sta affrontando attraverso i molti carismi che ha suscitato negli ultimi secoli. Forse è necessario un nuovo ascolto, i vescovi devono integrare meglio queste realtà nelle diocesi. E’ necessario lavorare maggiormente insieme.

Dentro l’universalità della Chiesa, può tratteggiarci qualche caratteristica dei diversi continenti?

L’aspetto che salta maggiormente agli occhi è che l’Europa, e l’Occidente, non è più il centro del mondo. Sia nel definire i problemi più urgenti che nel tentare strade per risolverli. C’è un abisso tra le molte parti del globo dove si vive nella povertà, nella persecuzione a causa della fede e il ricco e secolarizzato Vecchio continente. E’ necessaria una conversione, perché siamo noi che dobbiamo «evolverci». Nelle popolazioni che vivono nel Sud del mondo, in Asia, si nota un’autorevolezza nella fede a cui noi dobbiamo guardare.

L'abate Mauro Lepori.
23 Ottobre 2018 | 16:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
lepori (2), sinodo2018 (100)
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