Suor Giuditta: l'angelo dei bambini di strada del Nord Kivu

Vicino Butembo, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Popolare del Congo, vive Suor Giuditta, Suor Judith Mafue, delle Suore del Buon Pastore. È arrivata poco dopo la nascita della casa Mapendo, fondata dal comboniano padre Eliseo Tacchella, nel 2016. Il Nord Kivu è uno dei luoghi più straziati e pericolosi del mondo, provato dalla presenza di più di cento gruppi armati, alcuni locali, alcuni legati agli Stati vicini, ai trafficanti di materie prime e alle multinazionali. La Repubblica Popolare del Congo è stata in guerra fra il 1996 e il 1997 e poi fra il 1998 e il 2003, ma quelle guerre per il Nord Kivu non sono state che le premesse per una condizione di violenza permanente.

Suor Giuditta ha un bel viso sereno e consapevole, una voce profonda, nella quale di tanto in tanto è possibile cogliere una risata nascosta. Parla benissimo l’italiano, ha studiato in Italia. Originaria del Congo Brazzaville, vive la sua presenza in Nord Kivu con naturalezza. Prepara il pranzo: «Ci vuole tempo, qui si usa il forno a legna. A Mapendo», racconta «ho un ruolo di supervisione. Accogliamo ragazzi di strada». La casa accoglie ragazzi dai nove ai venticinque anni. I primi che la hanno abitata, le hanno dato quel nome, Mapendo, che in Swahili vuol dire amore. «La situazione qui nel Nord Kivu è molto degradata. Mi gira la testa ad assistere a certe cose. I bambini non vanno a scuola. La scuola qui è solo per i figli di papà. Lo Stato non dà la possibilità di studiare. L’ignoranza cresce. Da dove vengo io, nel Congo Brazzaville, i francesi ci tenevano tantissimo. Qui c’è il 60% di analfabetismo. L’ignoranza è una cosa tremenda, è peggio di una malattia, rende impotenti. I bambini devono andare a scuola, non andare a scuola è la cosa più grave».

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28 Settembre 2019 | 14:02
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