Stati Uniti, conferenza episcopale: «Cristo non è in quarantena, il suo cuore rimane aperto»

«Le generazioni future la ricorderanno come la lunga Quaresima del 2020, un’epoca in cui malattia e morte improvvisamente hanno oscurato l’intera terra. Mentre entriamo nella Settimana Santa, i giorni più santi dell’anno, i cattolici negli Stati Uniti e nel mondo vivono in quarantena, le nostre società sono isolate a causa della pandemia di coronavirus»: con queste parole inizia il messaggio dell’Arcivescovo di Los Ángeles, Mons.José H. Gomez, Presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, inviato anche a Fides.
«Ma sappiamo – prosegue – che il nostro Redentore vive. Anche in questo momento straordinario e che ci sfida, ringraziamo per quello che Gesù Cristo ha fatto per noi con la sua vita, morte e risurrezione. Perfino ora ci meravigliamo del mistero della nostra salvezza e di quanto prezioso sia ciascuno di noi agli occhi di Dio».
Di fronte a questa pandemia globale, i Vescovi degli USA e di quasi tutti i paesi del mondo sono stati costretti a sospendere temporaneamente le messe, il culto pubblico e la celebrazione dei sacramenti. «In questo momento difficile, chiediamo a Dio la sua grazia, in modo da poter sopportare questo peso insieme con pazienza e carità, uniti come una famiglia di Dio nella sua Chiesa universale».
Il messaggio prosegue: «Questa Settimana Santa sarà diversa. Le nostre chiese possono essere chiuse, ma Cristo non è messo in quarantena e il suo Vangelo non è incatenato. Il cuore di nostro Signore rimane aperto a tutti gli uomini e le donne. Sebbene non possiamo adorarlo insieme, ognuno di noi può cercarlo nel profondo del proprio cuore. Perché ci ama e perché il suo amore non può mai cambiare, non dobbiamo avere paura, anche in questo momento di prove e difficoltà. In questi misteri che ricordiamo questa settimana, rinnoviamo la nostra fede nel suo amore. E chiediamo alla nostra Beata Madre Maria di intercedere per noi, di liberarci da ogni male e di garantire la pace ai nostri giorni».
Anche gli Stati Uniti, con la particolarità di avere una popolazione altamente eterogenea, sono stati colpiti dalla pandemia in un modo violento: in questo fine settimana in un solo giorno sono morte più di 1100 persone, a livello economico si parla di 10 milioni di posti di lavoro persi, in alcuni stati si vive nella paura e nel caos. A New York sono registrati 68.000 casi positivi e 2.500 morti, superando quelli dell’11 settembre. Anche in questo paese le cifre sono inferiori alla realtà. Il paradosso è che, nonostante le ultime cifre e quanto accaduto nel mondo, l’ordine di rimanere a casa non copra l’intero territorio nazionale.

Fides.org

6 Aprile 2020 | 14:32
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