Staccate le macchine, Alfie continua a respirare. Ora è nuovamente idratato

«Alfie in questo momento respira» e  »la diplomazia è al lavoro ai massimi livelli». A dare la notizia con un post su Facebook Steadfast onlus, l’organizzazione che assieme ad altri sta assistendo la famiglia del bimbo inglese. Dopo che il bimbo ha respirato da solo per più di 9 ore, ora sono tornati a fornigli ossigeno tramite le cannule nasali. E, dopo circa 6 ore, a reidratarlo. E Thomas continua a chiedere aiuto mentre la diplomazia italiana e gli avvocati sono al lavoro.

Il distacco del ventilatore ieri sera

Il ventilatore è stato staccato ieri sera intorno alle ore 22.30 dopo che in serata il giudice Anthony Hayden, che giorni fa ha firmato il verdetto che autorizza i medici di Liverpool a staccare la spina al piccolo, aveva ribadito la sua decisione. Questo dopo un ultimo consulto con gli avvocati delle parti e un confronto telefonico anche con i rappresentanti legali della famiglia in Italia.

La decisione di reidratarlo

Una scelta, quella di staccare la ventilazione, ribadita nella convulsa giornata di ieri, anche dopo che l’Italia aveva concesso la cittadinanza al bimbo di 23 mesi, malato di una malattia neurodegenerativa che però non è conosciuta e quindi non è diagnosticata. Una trentina di poliziotti presidia l’ospedale e la stanza del piccolo. Dentro vi sono il papà Tom, la mamma Kate che lo tiene in braccio, e il sacerdote italiano padre Gabriele Brusco che li ha assistiti in questi giorni. «Alfie respira da solo da più di 9 ore» ha detto il padre che per questo ha insistito perché i medici tornassero a reidratarlo altrimenti «sarebbe stata una morte per fame e per sete». E lancia una richiesta di aiuto: «abbiamo bisogno di aiuto, abbiamo bisogno dei supporti vitali».

Il tweet del Papa

Il Papa ieri sera era intervenuto nuovamente sulla vicenda di Alfie Evans, con un tweet. Francesco scrive: «Commosso per le preghiere e la vasta solidarietà in favore del piccolo Alfie Evans, rinnovo il mio appello perché venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori e venga esaudito il loro desiderio di tentare nuove possibilità di trattamento».

Debora Donnini – VaticanNews

24 Aprile 2018 | 10:56
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