Papa e Vaticano

Smascherata una truffa in Vaticano

Si parla di un’estorsione da 15 milioni compiuta ai danni del Vaticano. L’ipotesi emerge dall’inchiesta che ha portato il 5 giugno all’arresto di Gianluigi Torzi nell’ambito delle indagini sull’acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra da parte della Santa Sede. Torzi, un broker italiano, da quanto ricostruito dall’accusa, sarebbe entrato in contatto con la Segreteria di Stato per aiutarla a risolvere l’impasse della partecipazione al fondo Athena di Raffaele Mincione, partecipazione finanziata con i soldi dell’Obolo di San Pietro – destinati ai poveri – e costata alle casse vaticane – sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – perdite per svariati milioni di euro. Torzi, stando alle accuse, avrebbe però portato a compimento una estorsione di 15 milioni ai danni della Segreteria di Stato del Vaticano. L’arresto di Torzi è avvenuto al termine di un lungo interrogatorio parte della complessa inchiesta condotta dalla magistratura vaticana e portata avanti dal Corpo della Gendarmeria, un procedimento che vede indagati cinque persone che lavoravano in Segreteria di Stato (due prelati e tre laici), più un dirigente dell’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF). L’inchiesta si fonda su un lavoro scrupoloso sulle carte e sui documenti che attestano le complesse transazioni finanziarie poste in essere dai soggetti coinvolti e corroborano le ipotesi di reato insieme agli interrogatori e alle testimonianze raccolte.

(agenzie/red)

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6 Giugno 2020 | 15:44
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