Siria: il veto di Russia e Cina alla risoluzione per tregua

Nessuna tregua per la Siria: a causa del veto posto da Russia e Cina il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha bocciato ieri pomeriggio, una nuova risoluzione  che chiedeva «una tregua di sette giorni ad Aleppo» e la garanzia da tutte le parti di un’ immediata cessazione delle ostilità. Il documento, presentato da Spagna, Egitto e Nuova Zelanda, ha ricevuto undici sì, e un solo voto contrario, quello del Venezuela, oltre ai due veti, mentre l’Angola si è astenuta.

Per la sesta volta, dunque, Mosca blocca una risoluzione del Consiglio sulla Siria da quando il conflitto è iniziato nel marzo 2011. Alleato del presidente Bashar al-Assad, la Russia aveva espresso forti riserve sul testo, negoziato per diverse settimane, e cercato di ottenere un rinvio del voto sostenendo che a Ginevra erano in corso colloqui con gli Usa con lo stesso obiettivo. Ma si era deciso di andare al voto. Condizione indispensabile per una tregua secondo Mosca è l’evacuazione dei ribelli da Aleppo est, dove il regime siriano continua comunque a guadagnare terreno, vincendo le ultime sacche di resistenza, un’ipotesi respinta immediatamente da almeno due gruppi ribelli. «I rivoluzionari non lasciano Aleppo Orientale, combatteranno l’occupazione russa fino all’ultima goccia di sangue», ha detto un portavoce.

Ma a preoccupare non è solo la situazione di Aleppo dove 1,3 milioni di persone sono lasciate senza acqua corrente e con poco o nessun accesso a cibo e medicine. Unicef Italia denuncia infatti che ci sono stati «oltre 7.000 sfollati in pochi giorni da Raqqa, a seguito delle operazioni militari lanciate contro il cosiddetto Stato Islamico, dove si trovano più di 175.000 bambini esposti ad ogni tipo di rischio». Inoltre nel Paese infrastrutture civili come ospedali, impianti idrici e scuole continuano a essere colpite indiscriminatamente, con l’assistenza umanitaria ostacolata dalle violenze. Ci sono 6 milioni di bambini in Siria colpiti dal conflitto su un totale di 13,5 milioni di civili, una catastrofe mondiale che non trova precedenti dal dopoguerra ad oggi e che non dobbiamo dimenticare» conclude l’Unicef.

(Adriana Masotti/Radio Vaticana)

6 Dicembre 2016 | 09:47
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