Siria: Save the Children, scuola negata per 730 mila piccoli rifugiati

Ancora un allarme per i bambini della Siria rifugiati nei Paesi limitrofi: 730.000 di loro sono letteralmente tagliati fuori dall’educazione e sempre più esposti al lavoro minorile e ai matrimoni precoci. A denunciarlo è Save the Children, in concomitanza con l’apertura a New York dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Lavoro minorile, matrimoni precoci, abusi e sfruttamento anche sessuale: questi i rischi a cui vanno incontro i piccoli rifugiati, spiega Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia. E i numeri fanno segnare «un aumento di almeno il 10% rispetto allo scorso anno», aggiunge.

Questi bambini «vivono nei campi di rifugiati dove non ci sono adeguate strutture scolastiche, dove non c’è un numero di insegnanti sufficiente e perché probabilmente – evidenzia Ungaro – dev’essere messa in piedi anche una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle famiglie«: sono infatti le famiglie stesse che, «in mancanza di alternative», possono essere spinte a mandare i propri figli a lavorare prima del previsto o a concederli precocemente in matrimonio.

Nonostante gli sforzi messi in campo da Libano, Giordania e Turchia e le promesse della comunità internazionale in sede Onu, Save the Children chiede di rafforzare gli impegni per assicurare il diritto all’educazione: «i progressi sono stati estremamente lenti», sottolinea Ungaro.

Nell’ultimo anno, secondo l’organizzazione, i bambini rifugiati nel mondo hanno perso quasi 700 milioni di giorni scolastici. Nella settimana in cui, nei Paesi mediorientali, è previsto il normale rientro degli alunni tra i banchi scolastici, la sfida è anche quella degli ostacoli che permangono all’accesso all’educazione: lo dimostra il fatto che molti dei 300.000 posti a scuola attualmente a disposizione dei bambini rifugiati siriani nella regione risultano ancora vacanti.

Giada Aquilino – News.va

19 Settembre 2017 | 12:00
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