Siria. Card. Zenari: la pace qui è ancora lontana
Non se ne parla quasi più, ma il conflitto che insanguina la Siria ormai da quasi sette anni, non è ancora finito. Numerosi i casi di violenza: due giorni fa colpi di mortaio hanno colpito a Damasco, la città vecchia e alcuni quartieri cristiani, provocando almeno otto morti all’interno della comunità cristiana e numerosi feriti. Fra questi una ragazza, due adolescenti e un bambino di tre anni. Colpiti diversi palazzi e luoghi di culto.
Le accuse a Damasco di far uso di armi chimiche
Intanto il governo siriano ha definito «false» le accuse mosse nei suoi confronti dai ministri degli Esteri francese e statunitense di aver usato armi chimiche negli scontri contro i miliziani ribelli. Ventiquattro nazioni, i cui rappresentanti si sono riuniti ieri a Parigi, hanno approvato una nuova «partnership contro l’impunità» sull’uso di armi chimiche nel Paese.
Il conflitto è ancora in corso
E prosegue l’offensiva turca contro i curdi: almeno 260 i militanti uccisi, feriti o catturati, nell’enclave curdo-siriana di Afrin dall’esercito turco e dalle milizie sue alleate a partire dall’inizio dell’operazione, giunta oggi al quinto giorno. Non conosce tregua inoltre la lotta contro gli uomini dell’Is: 150 i miliziani uccisi nel fine settimana scorsa, dalla coalizione a guida Usa mediante raid in una località occupata esclusivamente dal sedicente Stato Islamico nella contesa valle del Medio Eufrate.
L’appello del card. Zenari: ascoltare il grido della gente
In Siria la sofferenza della gente continua, conferma ai nostri microfoni il card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria.
D. – Nuove discussioni organizzate dalle Nazioni Unite stanno per iniziare a Vienna e fra l’altro c’è la Russia che organizza per il 30 gennaio prossimo un congresso a Sochi… Qual è l’appello, il messaggio che desidera mandare ai partecipanti? Che possiamo aspettarci da questi incontri?
R. – Direi che ogni iniziativa, quella di Vienna, di Sochi, altre iniziative, sono da incoraggiare… Penso si possa arrivare ad arrestare questa violenza e a trovare una soluzione politica del conflitto. Io farei appello a quelli che hanno particolari responsabilità di ascoltare il grido di questi bambini che vanno a scuola con la paura dei genitori, che hanno paura quando mandano i bambini a scuola qui a Damasco… e poi sentire il grido di tanti altri, la sofferenza di tanti bambini … Molti di loro soffrono la fame, sono sotto i bombardamenti… In altre zone la gente, in decine di migliaia le persone sono ancora costrette a lasciare le proprie cose con il freddo dell’inverno… Vorrei dire di ascoltare questo grido di sofferenza e di paura.
Helena Destombes e Adriana Masotti (VaticanNews)