Ticino e Grigionitaliano

Sinodo: «L’entusiasmo dei giovani, la sfida di partecipare negli adulti»

Il regalo più bello alle due terze classi dell’ora di religione nella Scuola media di Cevio, per Natale, non è esagerato dire che lo abbia fatto il Sinodo. Ai ragazzi – in tutto 31 giovani adolescenti – è arrivato infatti forte e chiaro il messaggio principale che papa Francesco ha inteso lanciare con la consultazione sinodale: il fatto che ci sia qualcuno che si interessi di loro, delle loro vite, qualcuno pronto ad ascoltarli e ad accoglierli. «All’inizio – ci racconta la loro insegnante, Valentina Anzini che ha avuto l’idea di portare la consultazione sinodale in classe – abbiamo dovuto lavorare sul concetto di Chiesa. Per alcuni di loro, provenienti da famiglie non molto praticanti, la Chiesa era solamente un edificio o al massimo il luogo dove si celebra la Messa. Così, prima di chinarci sul questionario sinodale, ho voluto introdurli al tema della sinodalità con qualche lezione, a carattere culturale, di storia della Chiesa».

Il Sinodo entra in classe

L’effetto sortito è andato ben oltre le aspettative della docente: «I ragazzi erano davvero stupiti che la Chiesa, che ha alle spalle secoli di Concili e di Sinodi, ora chiedesse loro di prendere la parola». Una scelta, quella di Valentina, di affrontare con i suoi allievi il Sinodo discussa con il Direttore della scuola e il responsabile dell’insegnamento religioso nelle scuole medie, per giungere, infine, assieme alla conclusione che, nonostante la difficoltà del tema, fosse utile e necessario provarci: «In classe, nello specifico, ci siamo chinati su tre punti del questionario: ci siamo interrogati su chi siano i nostri compagni di viaggio, sull’importanza dell’ascolto e, infine, sulla questione della missione. Su questo ultimo punto sono rimasta ancora una volta sorpresa dalla maturità delle risposte dei ragazzi. Per loro il tema della missione è incredibilmente concreto: fai missione quando rispetti i dieci comandamenti – e dunque diventi una testimonianza per gli altri – e quando ti impegni, tra gli amici e i famigliari, a trasmettere la fede». Facendo tesoro di questi spunti preziosi, Valentina sta redigendo un testo. E qui l’ultimasorpresa: «A testimonianza di quanto il tema del Sinodo stia loro a cuore, mi hanno chiesto, prima dell’invio all’équipe diocesana, di poterlo rileggere ancora una volta assieme». 

La riflessione in Alta Vallemaggia

In Alta Vallemaggia, la riflessione sul Sinodo si è svolta anche a livello interparrocchiale. Un incontro, in tutto, durante il quale è uscita però forte e chiara l’esigenza di creare momenti di ritrovo, in cui venga trasmessa soprattutto la bellezza dell’esperienza di fede: «La nostra domanda – ci spiega sempre Valentina, che vi ha preso parte quale catechista per le parrocchie dell’Alta Valle – è stata soprattutto una: da dove ripartire nella nostra realtà concreta di Valle? Siamo giunti alla conclusione che la nostra debba essere una ripartenza nel nome della bellezza: la gente, i compaesani hanno bisogno di fare esperienze belle, anche nel contesto della fede. Una possibile proposta, che abbiamo già sperimentato in parte, può essere quella di invitare i genitori dei bambini che frequentano il catechismo a partecipare con loro alla Messa. La speranza è quella di offrire momenti che rimangano nella memoria e lascino, in positivo, il segno».

Morbio: «Camminare insieme»

Don Guido Pagnamenta spiega che il Sinodo in parrocchia a Morbio si inserisce in un percorso iniziato nel 2019 grazie a don Gabriele Diener e alla proposta delle cellule di evangelizzazione. «Nel 2019 – quindi prima dell’inizio del Sinodo – abbiamo cominciato a lavorare sulla sfida di proporre un cammino comune, oltre la Messa che già riunisce. Ci siamo chiesti quale fosse la nostra reale volontà di camminare insieme», quindi di essere «sinodali». «Ho sfidato i parrocchiani e chi voleva aggregarsi a vivere 7 serate sul Padre Nostro nella forma non tanto di lezione frontale ma di incontri di condivisione e dialogo. Uno scambio non tanto concettuale ma piuttosto per mettere a fuoco cosa c’entra questa Parola con la vita». Un gruppo di una ventina di partecipanti ha accolto questa sfida, interrotta però nel 2020 dalla pandemia. «Nell’autunno del 2021, in concomitanza con l’inizio della consultazione sinodale abbiamo ripreso il percorso con 8 incontri sui sacramenti ». Don Guido si dice in sintonia con quanto il Papa ha detto alla conclusione della Messa di apertura del Sinodo, il 10 ottobre 2021: «Non perdiamo le occasioni di grazia dell’incontro e dell’ascolto reciproco e del discernimento». Per don Guido la posta in gioco si riassume in una doppia domanda: «Ci stiamo ad incontrarci oltre la Messa?. Prendo del tempo per vivere e sperimentare la comunione non solo con Dio, ma anche con i fratelli? ». «Non basta più la pratica sacramentale, – spiega – ma mi aspetto che impariamo a metterci in gioco assieme, come corpo ecclesiale». Per don Pagnamenta riscopire il gusto della comunione «può aiutare anche ad attivare realtà come le reti / zone pastorali». Il prossimo passo proposto da don Guido sarà chinarsi sulla Lettera pastorale del vescovo Valerio.

di Cristina Vonzun e Laura Quadri 

3 Gennaio 2022 | 10:53
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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