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Sinodo giovani: le 7 parole-chiave dell’Instrumentum Laboris

1,8 miliardi di persone tra i 16 ed i 29 anni, ovvero un quarto dell’umanità: tanti sono i giovani del mondo.  L’Istrumentum Laboris ne descrive la varietà, le speranze, le difficoltà, affrontando anche temi cruciali e difficili come discoccupazione ed emerginazione; Sessualità, vizi, dipendenze; dark web e fake news; scandali nella Chiesa e disincanto verso le istituzioni, carenza di formazione scolastica e crisi economica e sociale. 

Strutturato in tre parti – riconoscere, interpretare, scegliere – il Documento cerca di offrire le giusti chiavi di lettura della realtà giovanile, basandosi anche sul Questionario online che ha raccolto le risposte di oltre 100mila ragazzi da tutto il mondo. 

Riconoscere, interpretare, scegliere

Anzitutto viene richiamato il processo di discernimento: «riconoscere», «interpretare», «scegliere». Tre parti che configurano un unico cammino volto ad individuare proposte ai giovani di oggi, offrire orientamenti e suggerimenti per la missione «non preconfezionati». La premessa del documento, firmato dal segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, in questo senso è chiara: «Non si tratta di accumulare dati ed evidenze sociologiche, ma di assumere le sfide e le opportunità che emergono nei vari contesti alla luce della fede».

Cosa vogliono i giovani dalla Chiesa

Cosa vogliono, dunque, i giovani di oggi? Soprattutto: cosa cercano nella Chiesa? In primo luogo, desiderano una «Chiesa autentica», che brilli per «esemplarità, competenza, corresponsabilità e solidità culturale», una Chiesa che condivida «la loro situazione di vita alla luce del Vangelo piuttosto che fare prediche», una Chiesa che sia «trasparente, accogliente, onesta, attraente, comunicativa, accessibile, gioiosa e interattiva». Insomma: una Chiesa «meno istituzionale e più relazionale, capace di accogliere senza giudicare previamente, amica e prossima, accogliente e misericordiosa».

Tolleranza zero contro abusi

Ma c’è anche chi alla Chiesa non chiede nulla o di essere lasciato in pace, ritenendola un interlocutore non significativo o una presenza «fastidiosa ed irritante». E c’è una ragione in questo atteggiamento critico: gli scandali sessuali ed economici, su cui i giovani chiedono alla Chiesa di «rafforzare la sua politica di tolleranza zero contro gli abusi sessuali all’interno delle proprie istituzioni»; l’impreparazione dei ministri ordinati, che non sanno intercettare la sensibilità dei giovani, e la fatica della Chiesa stessa di «rendere ragione delle proprie posizioni dottrinali ed etiche di fronte alla società contemporanea».

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19 Giugno 2018 | 16:10
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