Sierra Leone. Centinaia i bambini morti. Caos e dati incerti

Messaggi di cordoglio e di solidarietà, come quello del Papaieri, ma anche appelli alla mobilitazione internazionale, continuano ad arrivare da diversi Paesi del mondo al governo e al popolo della Sierra Leone, travolti lunedì mattina dalla violenza delle inondazioni che dopo tre giorni hanno fatto franare le colline sovrastanti Freetown e sepolto vive oltre 400 persone, di cui sembra più di cento bambini. Il disboscamento senza limiti tra le cause della tragedia.

In tre giorni tutti le vittime dovranno essere sepolte
Sono iniziate da ieri le sepolture collettive: «Troppi i morti», racconta padre Vincenzo Munari, saveriano a Freetown; «si sta procedendo ad interrarli anche in fosse comuni». «La città – racconta il missionario – è in continuo movimento: ambulanze fanno la spola con l’ospedale Connaught di Freetown dove è stata allestita una camera mortuaria, mentre la gente sembra volersi fare una ragione di quanto accaduto«. Per ora «nessuno solleva polemiche o addita responsabili», spiega ancora padre Munari. «Il disastro dell’Ebola appena concluso e poi l’avvicinarsi del voto nel 2018 creano un clima di tensione di fondo, e qui c’è sempre timore che la situazione possa esplodere da un momento all’altro».

Disorganizzazione e numeri incerti creano difficoltà organizzative
Mentre la popolazione piange i suoi morti – che potrebbero superare il migliaio, dato che ci sono ancora 600 dispersi – gli aiuti internazionali iniziano ad arrivare e ad organizzarsi per sostenere i sopravvissuti che non hanno più nulla a partire dall’abitazione. «I media locali, le radio», racconta padre Munari, «lanciano appelli alla raccolta di beni di prima necessità, a partire da cibo e vestiario». Ma chi è a lavoro sul campo lamenta grandi difficoltà di azione, dovuti alla disorganizzazione governativa. «Per ora», spiega Giovanna De Meneghi di Medici con l’Africa Cuamm, «non ci sono stime esatte né delle vittime né degli sfollati; sappiamo che il numero crescerà rispetto ai 297 morti accertati dal governo, di cui i bambini per ora sono 109.  Ma saranno molti di piùTanti cadaveri sono finiti in mare e dunque sarà impossibile rintracciarli; di certo non speriamo più di trovare superstiti«.

I bambini e gli adolescenti sono le vittime più numerose
Il «governo«, racconta ancora Giovanna De Meneghi, «ha stabilito che tutte le sepolture dovranno concludersi entro domani, anche in fosse comuni fuori la città; e che tutti gli aiuti che arrivano a livello internazionale siano correttamente distribuiti«. Finora tra Unione Europea e Croce Rossa sono stati stanziati circa 500 mila euro e il Pam dell’Onu ha iniziato a distribuire sostegno alimentare a circa 7.500 persone. L’obiettivo principale per le Ong ora è, sulla base del computo degli sfollati, usare gli aiuti per sostenerli e farli lentamente tornare alla vita normale.

Gabriella Ceraso – News.va

18 Agosto 2017 | 18:00
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