La Cattedrale di Lugano
Diocesi

Santa Messa dell'Assunta in Cattedrale a Lugano

«Nel cuore dell’estate ci viene proposto di alzare lo sguardo al cielo, verso Maria, sentendo il destino glorioso che attende anche la nostra corporeità». Con questo saluto luminoso di speranza il nostro Vescovo Valerio ha aperto l’Eucaristia in Cattedrale nella festività dell’Assunzione di Maria in cielo in anima e corpo. Con lui hanno concelebrato il Canonico Mons. Luigi Mazzetti, il Parroco Don Aldo Aliverti e il Cerimoniere vescovile Don Emanuele Di Marco. Presente un gruppo di bravi cantori della Scuola corale della Cattedrale guidato dal maestro Robert Michaels, che ha pure accompagnato all’organo i canti.

Una festività, questa dell’Assunzione di Maria, densa di significati ben sottolineati dalle letture proposte dalla Liturgia. Testi particolarmente forti e suggestivi, quali il brano dell’Apocalisse, ovvero del canto-profezia, che richiama «il segno grandioso apparso nel cielo» e ricorda che «ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo». O ancora il passaggio della Lettera di San Paolo ai Corinzi, dove si annuncia che «l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte». Infine il brano evangelico che, partendo dalla visita di Maria ad Elisabetta, sfocia nel Magnificat.

Ricollegandosi al significato profondo di questa festività, il Vescovo ha richiamato nell’omelia «la consapevolezza che dobbiamo avere del corpo, non inteso unicamente come un semplice meccanismo di cellule che gradatamente perdono forza ed efficacia, ma da contemplare nella profondità del suo mistero e della missione che ognuno ha nella storia illuminata dall’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, che prende corpo in Maria». Questa donna, scelta fin dall’eternità per tale sublime missione, ci ricorda che «siamo a nostra volta chiamati a portare Cristo nel nostro autentico e sincero incontro con chi cammina con noi».
Per questo, ha sottolineato ancora il Vescovo, «dobbiamo guardare a Maria per scoprire la bellezza e la ricchezza della nostra umanità e dobbiamo sentirci affascinati e confortati dalla presenza di questa Madre accanto a noi». Questo intenso messaggio è stato richiamato da Mons. Lazzeri nel corso dell’intera celebrazione, sia prima della preghiera del Padre Nostro, sia all’invito per lo scambio della pace, sia nel saluto finale.

La famigliare antifona «Salve Regina», proposta quale canto conclusivo, è stata un ulteriore richiamo, sottolineando da una parte le sofferenze e le angosce di questa «valle di lacrime», ma pure ricordando dall’altra il nostro destino ultimo nell’incontro con Gesù nella luce del cielo.
Il dogma della «Glorificazione di Maria con l’Assunzione al cielo in anima e corpo», fu proclamato il 1. novembre 1950 da Papa Pio XII con la Costituzione Apostolica «Munificentissimus Deus». «Vi è da sperare – scriveva papa Pacelli – che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre meglio del valore della vita umana, se è dedita totalmente all’esercizio della volontà del Padre celeste e al bene degli altri».

La devozione a Maria Assunta in cielo è ben documentata in Ticino dalle comunità parrocchiali che le hanno dedicato la rispettiva chiesa, scegliendola quale patrona, come le parrocchie di Arbedo, Borgnone, Brione Verzasca, Caneggio, Cimalmotto, Fusio, Giubiasco, Giumaglio, Moghegno, Russo, Semione, Sorengo, Tegna, Tremona, Villa Luganese. Inoltre le sono dedicati oratori, chiese non parrocchiali e cappelle ad Airolo (Nante), Aquila (monti di Gorda), Arosio (Santuario di Cimaronco), Bré (Vetta), Carona (Torello), Claro (Monastero), Locarno (Chiesa Nuova), Menzonio, Minusio (Casa di Ferro), Novazzano (annessa alla Chiesa parr.), Ronco s/Ascona (Porto Ronco), Rovio, Pambio.

Gianni Ballabio

La Cattedrale di Lugano
15 Agosto 2018 | 14:38
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