Chiesa

Il «ritorno» di San Giovanni XXIII nella sua terra

San Giovanni XXIII torna nella sua terra

Il prossimo anno, l’urna con il corpo di san Giovanni XXIII sarà esposta alla venerazione dei fedeli nella sua terra natale a Sotto il Monte – il paese dove nacque il 25 novembre 1881- e a Bergamo, diocesi alla quale dedicò il suo servizio per i primi quarant’anni della sua vita, prima della chiamata a Roma nel 1921 al servizio di Propaganda Fide. Si realizza così il desiderio di tanti fedeli manifestato negli ultimi tre anni, dopo la canonizzazione in San Pietro il 27 aprile 2014 . È stato papa Francesco a far sapere, attraverso la Segreteria di Stato, di accogliere benevolmente la richiesta del «ritorno a Bergamo» del suo figlio più illustre, presentata dal vescovo Francesco Beschi. L’annuncio è stato dato questa mattina, martedì 27 giugno, presso la curia di Bergamo. Anche se non si conoscono ancora data esatta e dettagli, si può presumere che questa coincida con il 3 giugno, anniversario della morte del Pontefice.

 

«L’urna con il corpo del papa santo giungerebbe in città e a Sotto il Monte per qualche giorno. Papa Roncalli torna a Bergamo nel 60mo anniversario della sua elezione a Pontefice (avvenuta il 28 ottobre 1958), nel 55mo anniversario dell’Enciclica Pacem in Terris (11 aprile 1963) e della sua morte (3 giugno 1963)», si legge sul sito della diocesi che quest’anno ricorda anche il cinquantesimo del nuovo seminario vescovile intitolato proprio a Papa Giovanni, da lui voluto e sostenuto. «Il desiderio che Papa Giovanni XXIII tornasse nella sua terra natale – oltre che espresso dallo stesso Pontefice confidenzialmente in più occasioni – è stato più volte manifestato da tanti fedeli al parroco di Sotto il Monte che lo ha raccolto ed è stato presentato a Papa Francesco insieme alla richiesta formale della diocesi», si apprende in curia.

 

Il commento del vescovo di Bergamo

Monsignor Francesco Beschi, ha così commentato: «Ringraziamo papa Francesco per questo gesto di amore paterno nei confronti della nostra diocesi di Bergamo. È per noi una gioia grande e una grazia speciale. Pensare al santo papa Giovanni XXIII che torna nella sua terra, mi ha fatto ricordare quanto lui disse, pochi mesi dopo l’elezione a pontefice, in un’udienza a un gruppo di bergamaschi: «Vi esorto a progredire sempre nella bontà, nella virtù, nella generosità, affinché i Bergamaschi siano sempre degni di Bergamo». La sua presenza interpellerà la nostra Chiesa e la nostra società. Scriveva monsignor Roncalli ai familiari il 26 novembre 1930: «Da quando sono uscito di casa ho letto molto libri e imparato molte cose che voi non potevate insegnarmi. Ma quelle cose che ho appreso da voi sono ancora le più preziose e importanti; sorreggono e danno calore alle molte altre che appresi in seguito, in tanti e tanti anni». Da queste profonde radici bergamasche fiorisce la sua preferenza – mostrata al mondo da Papa – a guardare gli aspetti positivi, più che a quelli negativi e a considerare, nei rapporti con gli altri, ciò che unisce più di ciò che divide. Una bergamaschicità che determina la sua umanità e la sua spiritualità e diventa pazienza nelle difficoltà, sobrietà nell’uso delle cose, costanza e fiducia. La stessa bergamaschicità che generava serena concordia nella numerosa patriarcale famiglia dei Roncalli, con la disponibilità a condividere con i più poveri quel poco che si aveva. Era la «scuola del cortile» che insegnava a guardare la vita e il futuro con ottimismo e a considerare le persone con stima e fiducia. Guardando a questo frutto della nostra terra, siamo stimolati a ritornare alle nostre radici e soprattutto a rinnovare quella medesima linfa di grazia che ci unisce a lui».

 

La notizia è stata accolta con soddisfazione dalla comunità di Bergamo e di Sotto il Monte.

 

Il commento del parroco di Sotto il Monte

In particolare, da noi interpellato, così ha risposto monsignor Claudio Dolcini, parroco di Sotto il Monte. «Sono proprio contento e con me tutta la gente della parrocchia di Sotto il Monte per la risposta positiva di papa Francesco, giunta tramite la Segreteria di Stato, alla richiesta del Vescovo di Bergamo. Da quando sono parroco a Sotto il Monte diversi fedeli mi hanno manifestato il desiderio di poter godere della presenza della salma di Papa Giovanni a Sotto il Monte. Questo desiderio dimostra la grande devozione verso il «Papa della bontà» che qui a Sotto il Monte si tocca con mano ogni giorno. Il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha raccolto con molto entusiasmo la richiesta che gli ho manifestato e subito si è messo al lavoro per contattare la Santa Sede. Quando il Vescovo, nei giorni scorsi, mi ha informato che era giunto da Roma il parere positivo mi sono profondamente commosso, e mi è costato molto non poter condividere la notizia con nessuno. Oggi, quando il Vescovo di Bergamo ha dato la notizia ufficiale, le campane a festa sono suonate a lungo in tutti i campanili di Sotto il Monte, e molti abitanti di Sotto il Monte mi hanno confidato di aver pianto dopo aver sentito di questo evento. Ci metteremo subito al lavoro perché i mesi che ci separano da questa visita così importante siano un tempo, oltre che di lavoro intenso, anche di grande grazia perché il passaggio dell’urna di San Giovanni XXIII a Sotto il Monte possa essere occasione di maggior fede per sottomontesi e pellegrini».

 

Il precedente di san Pio X

Nel giugno 1954, dopo la canonizzazione di Pio X, era stato proprio il futuro Giovanni XXIII, allora patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli che da Torreglia, a nome dell’episcopato del Triveneto a chiedere «ufficialmente a Pio XII» di concedere che le «sacre spoglie» di san Pio X potessero passare «attraverso i punti principali della regione veneta». Di lì a pochi giorni monsignor Montini gli comunicava l’accoglienza favorevole della richiesta e, felicissimo, Roncalli si affrettava a darne notizia alla diocesi, con una breve lettera del 24 giugno, spingendosi ad annunciare che «il ritorno di Pio X avverrà certamente dopo la metà di settembre». In realtà i fatti andarono diversamente. Se a luglio il Patriarca era sicuro dell’imminente realizzazione del progetto, in agosto sopravvennero difficoltà insormontabili – legate ai timori di una «scomposizione» del corpo nell’urna – superate solo cinque anni dopo: la concessione ebbe dunque successivamente la firma di Giovanni XXIII e la peregrinazione a Venezia avvenne nella primavera del 1959 .

 

«Ammetto che la notizia della venuta a Sotto il Monte Giovanni XXIII della salma del nostro amato Santo mi ha colto di sorpresa e non posso che confidarvi che l’emozione è stata ed è veramente grande», commenta il sindaco di Sotto il Monte, Maria Grazia Dadda. Come «primo cittadino, sono onorata di accoglierlo nella sua cara e tanto amata terra. Credo che Papa Giovanni XXIII sia stato un Papa e un uomo che, grazie alla sua grande semplicità unita ad una forte determinazione, ha saputo parlare al mondo e alle genti di ogni nazione indipendentemente dal ruolo o dall’appartenenza religiosa. Ancora oggi credo che sia un Papa capace di comunicare a noi uomini e donne di buona volontà, sia in ambito religioso che civile, i valori che con forza ha saputo trasmettere con il suo operato e in primis con la sua vita quali la pace e la solidarietà «conditi» da grande umiltà».

Marco Roncalli (VaticanInsider)

27 Giugno 2017 | 17:43
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