Ticino e Grigionitaliano

Rinviata S. Messa dell'11 dicembre per gli insegnati di religione con il Vescovo Lazzeri

«A causa della situazione pandemica delicata – comunica don Rolando Leo, responsabile dell’Ufficio insegnamento religioso scolastico (UIRS) della diocesi di Lugano – tenuto conto delle decine e decine di quarantene di classe in vigore attualmente, e quindi per evitare di aggravare la situazione prestando il fianco a critiche, a malincuore vi annuncio, in accordo con Mons. Vescovo, che la Messa e l’incontro di sabato 11 dicembre sono annullati e procrastinati alla prossima primavera. Dispiaciuto come voi ma sicuro di fare cosa giusta, saluto tutte e tutti cordialmente augurando comunque e sempre un proficuo camino d’Avvento in attesa del Natale».

L’importanza dell’insegnamento religioso

In questo cambiamento d’epoca anche culturale che tocca tutti gli ambiti sociali, la scuola e la gioventù risentono molto della situazione pandemica. La Chiesa Cattolica, in quanto ente di diritto pubblico, ricopre il ruolo di agenzia educativa insieme ad altre e l’insegnamento religioso a tutti i livelli raggiunge ancora un numero di allievi e allieve non indifferente. Una disciplina facoltativa come questa, che tocca sfere spesso intime sul pensiero e le idee delle persone e che è emanazione di un’istituzione come la nostra, che presta il fianco a critiche, soffre di maggiori pregiudizi. La fatica di affrontare le pluriclassi o i disagi dovuti all’orario o addirittura la necessità di insegnare in più sedi, con l’onere della presenza a tutti i consigli di classe, o talvolta la mancata considerazione da parte dell’istituzione scolastica, appesantiscono il clima. Il vescovo, riconoscendo queste fatiche, manifesta il suo interesse e la sua comprensione nei confronti di questa categoria e di questa delicata missione, valorizzando i nostri insegnanti facendoli sentire ascoltati.

«Da parte mia – prosegue don Rolando – sento il polso della situazione in quanto nel mio ufficio convergono sentimenti di gioia, entusiasmo e fatica, ma arrivano anche segnalazioni di situazioni problematiche o delicate, e quindi avverto i vari stati d’animo che albergano in chi opera in questo settore, i vari attori, compresi allievi e genitori. Occorre fare continuamente i conti con le aspettative e la realtà di fatto. Credo che questo appello sia giunto nel momento giusto, proprio anche dopo la pandemia, per incoraggiare e ridare entusiasmo a chi si occupa di uno dei mestieri più belli del mondo. Infatti sarebbe iniquo non considerare anche le molte gioie e soddisfazioni che si vivono insegnando religione, soprattutto forse nelle fasce anagrafiche più basse, o anche nel settore medio superiore. Sono le medesime ed i medesimi insegnanti a farlo notare, ringraziando per l’opportunità che possiedono di entrare nella scuola a stretto contatto con le giovani generazioni. La sfida continua e dobbiamo crederci! Credere che la nostra presenza nella scuola sia importante per la formazione integrale della persona, del futuro cittadino, non potendo assolutamente eludere la dimensione religiosa della cultura, a maggior ragione in questo tempo storico in cui ci stiamo impegnando per riformulare tutti i piani di studio ed i programmi nella scuola dell’obbligo. Omettere questa dimensione educativa da parte nostra significherebbe provocare danni alle future generazioni».

Il messaggio del Vescovo Lazzeri

La paura e le incertezze di questo periodo mettono a dura prova la nostra capacità di resistenza e di perseveranza in ogni campo. Tutte le generazioni sono coinvolte, ma soprattutto, tra le più vulnerabili, quella di cui vi occupate a scuola. È la generazione più esposta ai fenomeni di trasformazione e di evoluzione del nostro tempo, quella che dovrà affrontare il mondo ed il futuro in modo diverso, nuovo, forse ancor più impegnativo.

Come cristiani, non possiamo lasciarci paralizzare da questa situazione. Essa ci stimola, al contrario, a rafforzare la nostra chiamata di annunciatori  della speranza e della gioia  del Vangelo in ogni ambito della nostra vita e della nostra professione. Ciò che voi fate nella scuola e come operate nelle classi nei confronti di bambini e adolescenti, in particolare, mi sta vivamente a cuore. Voi avete un’importante missione e vi ringrazio per tutto ciò che fate, coordinati e supportati dall’ufficio diocesano (UIRS).

So che non mancano per voi le situazioni disagiate e difficili nelle vostre sedi. So pure che a questo può aggiungersi a volte una sorta di pregiudizio da parte di chi non comprende il vostro lavoro. Il coraggio, l’impegno e la dedizione con cui affrontate ogni giorno il vostro compito meritano ancor più di essere considerati.

Sono convinto, infatti, che nonostante le avversità, nella scuola abbiamo ancora un ruolo importante da svolgere, seppur le statistiche – soprattutto nella scuola media – non ci rassicurino molto. Ma chi si avvale del vostro contributo culturale riceve ancora qualcosa di bello e di importante. Ciò deve infondere speranza.

6 Dicembre 2021 | 16:47
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