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Papa e Vaticano

Riformare la Curia con lo stile dell'ascolto: la scelta di Papa Francesco

Al termine dell’ultima riunione del Consiglio di Cardinali, il 13 giugno scorso, è stato pubblicato un documento sul processo di riforma della Curia Romana. Tra le cose sottolineate nel testo: il principio ispiratore, cioè quello missionario, e tre criteri per la riforma: tradizione, aggiornamento e coordinamento. Sui risultati raggiunti dal Consiglio in questi 5 anni di lavoro e sulle prospettive per il futuro, Vatican News ha intervistato mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio di Cardinali:

Mons. Semeraro, cosa la colpisce del cammino svolto finora, avendolo vissuto poi fin dal principio con un ruolo particolarmente significativo…

R. – La cosa che sempre favorevolmente mi ha impressionato è stata la piena disponibilità dei cardinali membri del Consiglio ad andare incontro al desiderio del Papa di avviare questo processo di riforma della Curia. Tuttavia, terrei anche a precisare che la Curia, essendo uno strumento di servizio, è sempre una realtà in processo di riforma, di adattamento, in modo tale da poter sempre corrispondere al bisogno e alla necessità della Chiesa.

 

R. – Quanto alla lentezza, mi è stato detto che il processo di elaborazione di Pastor bonus (Costituzione apostolica approvata da Giovanni Paolo II nel 1988, ndr) è durato più o meno quanto la durata di questo processo: cinque anni. La differenza è che, probabilmente, il processo attuale, nelle sue diverse tappe, è maggiormente sotto gli occhi di tutti ed è anche richiamato, attraverso i briefing e le relazioni che la Sala Stampa fa. Quindi, probabilmente, non essendo un lavoro segreto, ma essendo un lavoro che per questo aspetto è un po’ sotto gli occhi di tutti, può dare l’idea della lentezza del processo. Ma non le dispiace se io, in un tempo di fretta e di eccessive accelerazioni, farei anche un elogio della lentezza! Lentezza non significa svogliatezza o altro: lentezza qui significa ponderazione. Le correzioni di rotta, invece, proprio non le vedrei.

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23 Giugno 2018 | 10:49
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