Riforma della Curia, Semeraro: gradualità, non indecisione

«I temi attinenti alle persone sono stati al primo posto sia nella sensibilità del Papa, sia nei lavori del Consiglio di cardinali (e anche nel Consiglio per l’economia)». Ad assicurarlo è monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del C9, in un articolo sulla riforma della Curia voluta da papa Francesco pubblicato sulla rivista Il Regno in uscita nei prossimi giorni e anticipato dal Sir.

 

L’attenzione alle «risorse umane», fa notare il Vescovo, è «un aspetto non secondario del processo di riforma della Curia romana». Fra le proposte esaminate, ricorda Semeraro, era infatti inserita anche l’istituzione nella Curia romana della figura del «Moderator Curiae», poi «lasciata cadere non perché non se ne avvertisse il bisogno, ma solo quanto alla denominazione, apparendo impropria l’analogia da essa eventualmente suggerita fra la Curia romana e le Curie diocesane». Si tratta, per il segretario del C9, di «un retroscena di non poco conto per la decisione di Francesco d’istituire nella Segreteria di Stato una specifica sezione che «si occuperà esclusivamente delle questioni attinenti alle persone»».

 

Tra le questioni che hanno «molto impegnato», e che impegneranno anche per l’intero 2018, il C9 Semeraro cita la lotta contro le violenze sessuali sui minori, «iniziata già da Giovanni Paolo II e proseguita con energia da Benedetto XVI». La riflessione del Consiglio di cardinali, inoltre, è andata avanti «praticamente su tutti» i dicasteri della Curia, «anche se per quanto riguarda alcuni di essi il Consiglio non ha ancora provveduto a una formale proposta». «Su qualcuna, anzi – annuncia Semeraro – è possibile che il Consiglio scelga di fare una rilettura ed è cosa che dovrebbe apparire normale». Fra i criteri-guida per il lavoro del Consiglio, infatti, il Papa ha inserito quello della gradualità, «ultimo di una lista, ma non come secondario», fa notare il Vescovo, e che comporta anche «verifica, correzioni, sperimentazione, approvazioni ad experimentum». «In questi casi – puntualizza Semeraro – non si tratta di indecisione ma della flessibilità necessaria per poter raggiungere una vera riforma». «È quanto si sta verificando specialmente coi due nuovi Dicasteri per i laici, la famiglia e la vita e per il Servizio dello sviluppo umano integrale», informa il Segretario del C9, «per una valutazione sul cammino percorso e le prospettive».

 

Il lavoro del Consiglio di cardinali, intanto – ricorda il Segretario – è proceduto secondo le sessioni programmate raggiungendo il numero di 22, per un totale di 129 riunioni. «Sono state pure già fissate le date delle riunioni per l’intero 2018», annuncia Semeraro, ricordando che, il C9, come ribadito dal chirografo istitutivo del 28 settembre 2013, è stato voluto dal Papa «con il compito di aiutarmi nel governo della Chiesa universale e di studiare un progetto di revisione della costituzione apostolica Pastor bonus sulla Curia romana».

 

«Nelle sue riunioni il Consiglio non tratta unicamente di questioni relative alla Curia – commenta Semeraro – essendo interpellato dal Papa (sia come Consiglio, sia nei suoi membri, singolarmente) sulle questioni che, di volta in volta, egli reputa degne di attenzione. Cosa che effettivamente Francesco fa».

VaticanInsider

30 Gennaio 2018 | 07:20
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curia (19), riforma (41), roma (78)
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