Progetto del patriarcato di Gerusalemme dei Latini. Luce per Gaza

Un sistema di pannelli solari sarà realizzato a Gaza e permetterà di accumulare in batterie l’energia elettrica prodotta dalla luce del sole per utilizzarla durante le interruzioni della fornitura di corrente. È questo il progetto del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, che ha deciso di investire risorse per migliorare l’approvvigionamento energetico delle sue strutture. A Gaza, infatti, la corrente elettrica viene erogata per tre-quattro ore al giorno per i circa due milioni di palestinesi che vivono nella striscia.
Attualmente, ci sono tre canali per la fornitura di elettricità: l’elettricità che viene dagli impianti israeliani, quella che viene dall’Egitto e quella che proviene da una centrale elettrica locale. Essi però forniscono meno della metà del fabbisogno della popolazione, con il risultato di un continuo deficit di elettricità. A questo si aggiungono le interruzioni di corrente giornaliere che durano più di quindici ore al giorno e colpiscono indistintamente ospedali, scuole o impianti di trattamento delle acque. Senza elettricità, l’ambiente scolastico è particolarmente colpito, specialmente in inverno. Oltre alle temperature molto fredde nelle aule, gli insegnanti tengono le loro lezioni al buio, gli studenti faticano a leggere e devono fare i compiti a lume di candela. Anche gli studenti delle scuole cristiane devono sopportare il peso della situazione.
A fronte di questa carenza persistente, l’energia solare appare come un’alternativa importante, nonostante gli alti costi di installazione. Per questo motivo il patriarcato ha deciso di realizzare i pannelli solari che andranno a potenziare un sistema già installato dal patriarcato di Gerusalemme dei Latini nel 2016 quando fu realizzato un impianto fotovoltaico. Esso, tra le altre cose, aveva previsto la regolazione di tutte le schede di distribuzione dell’energia, l’installazione di aree in ombra per convertitori di energia, lo scavo per l’installazione di tubi e cavi sotterranei. L’energia creata poteva essere utilizzata o ceduta ad altri beneficiari. Ciò ha contribuito a ridurre il costo delle bollette dell’elettricità e a ridurre l’impatto ambientale. Sfortunatamente, questo sistema operava solo su rete ed era quindi inutilizzabile in caso di interruzione di corrente.
Questo è il motivo per cui il patriarcato ha scelto di migliorare l’impianto in modo da poterlo utilizzare in qualsiasi momento del giorno e della notte. Il progetto fa parte di un piano complessivo del patriarcato di Gerusalemme per i cristiani che vivono a Gaza. Esso migliorerà le condizioni di vita degli studenti e dei parrocchiani, così come le due comunità di suore che vivono nei pressi della parrocchia. Sapere che l’elettricità funziona in modo continuo crea in loro un sentimento di sicurezza in un contesto altrimenti soggetto a interruzioni di corrente e cali di tensione. Questo progetto, inoltre, fa parte della «Initiative solaire pour la Palestine», che mira a ottenere il dieci per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020, contribuendo così a promuovere un’energia sempre più pulita.

L’Osservatore Romano, 2-3 agosto 2018.

3 Agosto 2018 | 14:44
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