Internazionale

Per Vincent Lambert, l'appello del vescovo di Reims:»non si segua la via dell’eutanasia»

«La nostra società francese non si impegni sulla via dell’eutanasia». Si conclude con questo appello la dichiarazione dell’arcivescovo di Reims, mons. Éric de Moulins-Beaufort (da poco eletto anche presidente della Conferenza episcopale francese), e del vescovo ausiliare mons. Bruno Feillet, a proposito dell’affaire «Vincent Lambert», l’uomo tetraplegico in stato vegetativo da 10 anni e diventato il simbolo del dibattito sul fine vita in Francia. Ieri il suo medico curante, il dott. Sanchez, ha annunciato che interromperà le cure che permettono di tenere vivo il suo paziente a partire dal 20 maggio. Sulla sorte di Lambert, 42 anni, immobilizzato dal 2008 in seguito a un incidente stradale, si è combattuta in Francia e in Europa una vera battaglia legale. La decisione del medico arriva in esecuzione dell’ultima decisione, adottata il 24 aprile dal Consiglio di stato, di convalidare la decisione di interrompere le cure, alla quale si oppongono i genitori di Lambert. «La situazione medica e umana di Vincent Lambert – scrivono i responsabili della diocesi dove il giovane è stato preso in cura – è singolarmente complessa. Determinare la cura adatta al suo caso, non è facile. Qualsiasi giudizio su di esso è delicato». I due vescovi ritengono che il caso Lambert «è unico e non dovrebbe essere trasposto ad altri casi». E sottolineano: «Gli specialisti sembrano essere d’accordo, tuttavia, che Vincent Lambert, nonostante sia in stato di dipendenza dal suo incidente, non è tuttavia in fine della sua vita». Sorprende pertanto la decisione di non trasferirlo in un’unità specializzata nel supporto di pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza. «Appartiene alla condizione dell’uomo e alla sua grandezza dover morire un giorno. È bene ricordarlo in un momento in cui alcune persone rivendicano il diritto di morire quando e come lo scelgono». «Ma è in gioco l’onore di una società umana non lasciare che uno dei suoi membri muoia di fame o di sete e fare tutto il possibile per mantenere fino ala fine le cure appropriate. Permettersi di rinunciarvi perché una tale cura ha un costo o perché sarebbe inutile lasciar vivere la persona umana rovinerebbe lo sforzo della nostra civiltà. La grandezza dell’umanità consiste nel considerare come inalienabile e inviolabile la dignità dei suoi membri, specialmente i più fragili». I vescovi ricordano che in Francia esistono strutture ed equipe altamente competenti per accogliere persone in stato vegetativo o di minima coscienza come Vincent Lambert. Personale ospedaliero, medici e famiglie: «l fiducia reciproca tra queste persone diverse – scrivono – è la base necessaria per un buon accompagnamento. Molti sperimentano che questo accompagnamento, pur essendo difficile, contribuisce a renderli più umani. Il dovere della società è di aiutarli».

(AgenSIR)

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14 Maggio 2019 | 11:29
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