Africa

Pena di morte, è l’Africa ad aprire la via verso la scomparsa dei patiboli

Se l’Africa è il futuro del mondo, il mondo del futuro sarà con tutta probabilità senza più patiboli e boia. Sono i Paesi a sud del Sahara a dar l’esempio nella battaglia contro la pena capitale: nel 2017 la Guinea l’ha abolita del tutto, il Gambia si prepara a farlo e nel frattempo si è impegnato in una moratoria, il Kenya ha cancellato la regola che prevedeva la pena di morte come sanzione automatica per l’omicidio, il Burkina Faso e il Ciad si avviano a modificare la legislazione per abrogare la pena capitale.

«E’ davvero il momento che il resto del mondo segua la direzione di questi Stati africani e consegni questa abominevole punizione ai libri di storia», sottolinea Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, presentando il rapporto mondiale sulla pena di morte 2017.

La tendenza è chiara. A parte qualche eccezione, la pena capitale appare in calo un po’ dappertutto. Così nel 2017 anche Mongolia e Guatemala si sono aggiunti alla lista dei Paesi abrogazionisti, e persino nelle nazioni che conservano la pena la tendenza trova qualche conferma: in Iran la sentenza capitale è prevista per i trafficanti di stupefacenti, ma per lo meno è stata aumentata la quantità di droga necessaria per far scattare la condanna, tanto che le esecuzioni a essa legate sono scese del 40 per cento, e la cifra complessiva è diminuita dell’11 per cento. Nel 2017, registra il rapporto annuale di Amnesty, le esecuzioni portate a termine sono state 993, contro le 1032 dell’anno precedente. Il conteggio non comprende le persone giustiziate in Cina, perché il governo di Pechino tiene segrete le notizie su tema, ma si valuta che le esecuzioni siano state migliaia.

Gli irriducibili: Usa, Cina, Arabia Saudita, Pakistan. Gli Stati conservazionisti sono sempre meno, e sempre più isolati: al di là della Bielorussia, che però ha ridotto da quattro a due le esecuzioni, l’Europa è totalmente priva della pena. Fra le nazioni più industrializzate, la pena rimane in vigore solo negli Stati Uniti e in Giappone. Ad alzare la media resta un pugno di Paesi più riottosi a seguire la tendenza: al di là della Cina, sono Iran, Arabia Saudita, Iraq e Pakistan, che hanno portato a termine l’84 per cento delle esecuzioni di cui si ha notizia. Il progresso sembra lento ma costante:

come nel video proposto da Amnesty, dove i plotoni di esecuzione e le forche sono fatti di cera e si sciolgono pian piano, così sembrano sempre più instabili le certezze di chi vede nel lavoro del carnefice una scorciatoia per affrontare i problemi della società umana.

Banglanews

7 Maggio 2018 | 13:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!