Il patriarca di Mosca sul centenario della rivoluzione russa. Commemorare questa data coscientemente.

«Non si tratta di festeggiare il centenario della tragedia ma di commemorare questa data coscientemente, accompagnandola con riflessioni profonde e preghiere sincere, in modo che gli sbagli compiuti un secolo fa insegnino ai nostri popoli, nella fase attuale del loro sviluppo, a non permettere più simili errori». Presiedendo nei giorni scorsi la sessione del Consiglio supremo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca di Mosca Cirillo, ha ricordato così il centesimo anniversario della rivoluzione che, tra il febbraio e l’ottobre 1917, portò alla caduta dell’impero russo degli zar. Il 2017 «è legato al centenario di tragici avvenimenti nella storia della nostra patria. Quest’anno dobbiamo promuovere particolari preghiere per i nostri popoli, per il paese che precedentemente era un solo stato ed è costituito adesso da nazioni sovrane ma unite fra loro da legami storici, spirituali e culturali molto stretti».
Cirillo ha sottolineato che è necessario consacrare il 2017 a «riflessioni su quanto è successo al nostro popolo, su ciò che hanno significato tutti questi sconvolgimenti, qual è il loro senso, e quale conclusioni possiamo tirare della storia tragica del ventesimo secolo». Per questo ha definito «inappropriato» il termine «celebrazione» in riferimento al centenario della rivoluzione.
Durante la riunione il patriarca di Mosca ha sintetizzato anche le attività compiute nel 2016, «sullo sfondo di eventi mondiali assai impegnativi», osservando che «la Russia e altri paesi sui quali la Chiesa ortodossa russa estende la responsabilità canonica si sono trovati nell’ultimo anno in una situazione difficile». Ha citato, innanzitutto, «la pericolosa situazione in Siria e in tutto il Vicino oriente». Tuttavia, «a dispetto delle sofferenze e delle complicazioni, si sono verificati alcuni cambiamenti che hanno dato soluzioni a questa crisi e salvato forse l’intero genere umano da sviluppi politici molto pericolosi». Parlando della Chiesa ortodossa russa, Cirillo ha spiegato che «tutto quello che diciamo e che facciamo deve sempre avere come obiettivo il bene di tutti i popoli sui quali» il patriarcato «estende la responsabilità canonica». E, ribadendo le difficoltà nelle quali si è svolto questo servizio, ha detto che «con la grazia di Dio sono state evitate azioni che avrebbero peggiorato la situazione. Molto è stato fatto nel 2016 per mantenere la giusta rotta e conservare la pace nella nostra Chiesa». Inevitabile poi un accenno alla dolorosa crisi in Ucraina, con un particolare auspicio affinché il conflitto trovi una soluzione e ritorni la pace: «La Chiesa al riguardo ha un solo ruolo e un solo obiettivo, quello di servire, anche con la preghiera, alla riconciliazione del popolo ucraino», ha osservato il primate ortodosso.
Il Consiglio supremo ha poi ascoltato le relazioni concernenti la riorganizzazione dei dipartimenti diocesani, lo statuto in materia di lavoro nei consigli diocesani e l’attività degli assistenti negli uffici locali del Servizio federale per l’esecuzione delle pene.

(L’Osservatore Romano)

4 Gennaio 2017 | 18:00
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