Internazionale

Partire dal senso delle parole per comprendere la nostra fede

La «casa» di madre Cristiana Dobner – teologa, saggista e traduttrice – si trova a Concenedo, una piccola frazione di Barzio, in Val Sassina. Là, la religiosa abita insieme ad una ventina di consorelle, in una maestosa villa nobiliare donata negli anni ottanta al Carmelo, da Rosa Ambrogina Bonfanti, una nobildonna di Belforte.

Fu il cardinal Carlo Maria Martini, il prima maggio del 1992, a riconoscere il «sito S. Maria al Monte» come un monastero di clausura appartenente all’Ordine delle Carmelitane Scalze. Al 2003 risale, invece, la chiesa annessa al monastero, costruita ex novo e consacrata dall’allora arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi.

Forse è merito del fitto boschetto di conifere che circonda il monastero, isolandolo dagli sguardi esterni; forse il covid non ha osato intraprendere l’ardua salita verso Concenedo; o forse semplicemente le suore sono state rigorose nel rispetto del distanziamento e della clausura che già fa parte dei loro voti: ma qui – per ora – nessuna si è ammalata. Ce lo ha detto al telefono, madre Cristiana, che del monastero è la badessa. A lei abbiamo chiesto di condividere con noi alcune riflessioni quaresimali.

Madre Cristiana, il Papa nel messaggio per la Quaresima di quest’anno intitolato «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme», ci invita a rinnovare la fede, la speranza e la carità. Vogliamo cercare di rileggere ciascuna di queste virtù teologali, per cercare di capire un po’ più a fondo quello che vogliono dirci? Cominciamo dalla fede.

«Se noi partiamo dalla Sacra Scrittura, vediamo che «fede» significa «amen»: se consideriamo questo termine ebraico in altre forme verbali, la sua traduzione non significa «così sia», ma «così è»: «io affermo che è così». Se usiamo il termine in forma sostantivata, invece, indica la colonna del tempio. Da qui potremmo concludere che la mia fede è profonda, portante e solida come una colonna. Dovesse cadere la colonna, cadrebbe tutto il tempio. Questa non è l’esperienza quotidiana che ne abbiamo noi, però. L’abbiamo anche, certo, ma non sempre. Se consideriamo un altro aspetto delle tre consonanti che formano la parola «amen», e le coniughiamo in altro modo, ci indicano il gesto con cui le donne in Oriente incrociano sul davanti, i lembi della fascia in cui portano il loro bambino, sul dorso. Una posizione che permette al bimbo di sentire il calore della pelle, di muoversi all’unisono con la mamma, di respirare il suo respiro. Questo gesto è l’altro volto dell’ «amen»: da un lato abbiamo, l’esperienza della fede solida, forte e resistente come una colonna, ma dall’altra parte, siamo come dei bambini che si stringono al loro Signore».

Passiamo ora alla speranza.

«La speranza, anche qui partendo dalle Scritture, è una cordicella. Questa corda è nelle mani di Dio che la tende a chiunque vive nella storia. Tanto più è tesa tanto più è vivo il nostro rapporto col Signore, tanto più siamo «aggrappati» al Signore. Se invece è lenta, meno lo ascoltiamo e meno gli stiamo vicini. È quindi questa tensione che innerva il nostro quotidiano».

Veniamo ora alla carità:

«La carità è amore vivo, agàpe. È saper riconoscere negli altri un fratello, una sorella da aiutare, da contagiare non con il virus, ma con il nostro desiderio di crescere insieme, di vivere lieti e di riconoscere quanto di bello c’è nell’altro».

Il vescovo di Lugano, mons. Lazzeri, nel suo messaggio quaresimale ha paragonato la pandemia ad una lunga Quaresima…

«La Quaresima liturgica sappiamo che dura quaranta giorni e sfocia nella Pasqua, la pandemia invece sembra che andrà ben oltre la Pasqua! Credo che sia un tempo che ci insegni veramente ad attendere e ad alzare lo sguardo su chi sta peggio di noi».

A proposito di questa Pasqua, qual è l’augurio che le nasce nel cuore?

«Di incontrare veramente la luce del Risorto. Che illumini questo momento epocale di sofferenza e di tenebre. Per tutti. Che sappiamo trovare una luce che ci aiuti a camminare, e a tornare a sorridere».

di Corinne Zaugg

21 Marzo 2021 | 14:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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