Papa e Vaticano

Papa: un futuro di pace dopo i colloqui tra Usa e Corea del Nord

Un futuro di pace è quanto auspica Papa Francesco guardando agli esiti dei prossimi colloqui a Singapore tra Stati Uniti e Corea del Nord e fa una preghiera per la Corea in vista della storica stretta di mano del 12 giugno, a Singapore, tra il presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong – un perché tale incontro possa assicurare un futuro di pace alla penisola – magari con la sua totale denuclearizzazione – e al mondo intero. Al termine dell’Angelus, il Pontefice lancia infatti un importante appello:

Desidero nuovamente far giungere all’amato popolo coreano un particolare pensiero nell’amicizia e nella preghiera. I colloqui che avranno luogo nei prossimi giorni a Singapore possano contribuire allo sviluppo di un percorso positivo che assicuri un futuro di pace per la penisola coreana e per il mondo intero.

Preghiere alla Madonna, regina della Corea

Per accompagnare questo vertice sul quale si posano gli occhi del mondo, Francesco fa recitare in Piazza San Pietro un’Ave Maria.

Preghiamo il Signore. E tutti insieme preghiamo la Madonna, regina della Corea, che accompagni questi colloqui. [»Ave Maria…»]

Martedì colloqui tra Usa e Corea del Nord

A Singapore è tutto pronto per lo storico summit tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un, appena giunto sull’isola. Sono tremila i giornalisti accreditati per l’evento, due reporter sudcoreani nei giorni scorsi sono stati arrestati per aver cercato di carpire informazioni sul summit. Intanto il presidente russo Putin ha espresso apprezzamento per il vertice e per il ruolo della Cina nel favorire il confronto tra le parti. Secondo il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, Pyongyang sarebbe disposta a denuclearizzare la penisola coreana e questa sarebbe l’unica soluzione, stando a varie fonti, che il capo della Casa Bianca accetterà.

L’invidia che uccide

Nella sua catechesi parla il Papa invece dell’invidia: «Dio ci liberi da questa terribile tentazione!» esclama, mettendo in guardia da quello che definisce un «veleno mortale» – per se stessi e per gli altri – invitando a confessarsi subito nel caso in cui si cada in tale peccato prima che si moltiplichino gli effetti.

«Può capitare che una forte invidia per la bontà e per le opere buone di una persona possa spingere ad accusarla falsamente. Qui c’è un veleno mortale: la malizia con cui in modo premeditato si vuole distruggere la buona fama dell’altro. Dio ci liberi da questa terribile tentazione!», dice il Pontefice. E raccomanda: «Se, esaminando la nostra coscienza, ci accorgiamo che questa erba cattiva sta germogliando dentro di noi, andiamo subito a confessarlo nel sacramento della Penitenza, prima che si sviluppi e produca i suoi effetti malvagi che sono inguaribili».

Agenzie/Red

10 Giugno 2018 | 14:06
Tempo di lettura: ca. 2 min.
angelus (230), corea (39), PapaFrancesco (1459)
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