Papa e Vaticano

Papa a udienza: ricordare l'incontro con Gesù per coltivare «sane utopie»

Ricordarsi di Gesù e della gioia dell’incontro con Lui per ravvivare la speranzaÈ il cuore dell’esortazione di Papa Francesco nella catechesi all’udienza generalestamani in Piazza San Pietro. Protagonista della catechesi del Papa è ancora la speranza, oggi letta nel suo rapporto con la memoria della propria vocazione, di quell’incontro con Gesù da cui scaturisce la gioia.

Il Papa raccomanda di non dare retta alle persone «deluse e infelici», a chi spegne sul nascere l’entusiasmo dicendo che «nessuna impresa vale il sacrificio di tutta una vita». «Andiamo dai vecchi che hanno gli occhi brillanti di speranza» e «coltiviamo invece sane utopie» – esorta – perché Dio «ci vuole capaci di sognare come Lui e con Lui» un mondo diverso, attenti alla realtà. E «se un sogno si spegne», bisogna «tornare a sognarlo di nuovo», sottolinea, «attingendo speranza alla memoria delle origini», a «quelle braci» che forse dopo una vita non tanto buona, «sono nascoste sotto le ceneri del primo incontro con Gesù».

Papa Francesco si concentra, dunque,  su questa «dinamica fondamentale della vita cristiana»: «ricordarsi di Gesù», di quel «fuoco d’amore» con cui «un giorno abbiamo concepito la nostra vita come un progetto di bene» e quindi «ravvivare con questa fiamma la nostra speranza».

Icona di questa esperienza è quello che accadde a Giovanni e Andrea, che prima seguivano il Battista ma quando nel loro cuore scoccò «la scintilla» – nota Francesco – lasciarono il loro primo maestro mettendosi alla sequela Cristo. Per far emergere il loro desiderio di felicità, Gesù chiese, infatti, a quei due giovani «sanamente inquieti», cosa cercassero. E Papa Francesco rileva come sia invece «triste vedere giovani in pensione», domandando, appunto, ai ragazzi: «Che cosa cerchi nel tuo cuore?».

Ogni vocazione vera – matrimonio, vita consacrata sacerdozio – inizia con «un incontro con Gesù che ci dona gioia». Rivolgendosi di nuovo in modo diretto ai presenti in Piazza, il Papa li esorta, quindi, a chiedersi se hanno nel cuore «il vento della letizia». Anche i primi due giovani discepoli, infatti, non tornano a casa tranquilli ma vanno dai rispettivi fratelli raccontandogli di aver trovato «il Messia». Dall’incontro, quindi, nasce anche la missione.

Gesù vuole persone che hanno sperimentato che «stare con Lui dona una felicità immensa», prosegue il Papa spiegando che «un discepolo del Regno di Dio che non sia gioioso», «è triste» e ” non evangelizza questo mondo». «Si diventa predicatori di Gesù non affinando le armi della retorica: tu puoi parlare, parlare, parlare ma se non c’è un’altra cosa…», afferma Papa Francesco. Per questo il suo invito è a custodire negli occhi «il luccichio della vera felicità» e tanti cristiani con gli occhi, appunto, trasmettono la gioia della fede. Il cristiano, infatti, custodisce la fiamma del suo innamoramento per Gesù. E quindi, nonostante le amarezze, conosce la strada che lo conduce a quel «sacro fuoco» che lo ha acceso una volta per sempre. Non a caso San Paolo esortava: «Ricordati di Gesù Cristo».

RadioVaticana

30 Agosto 2017 | 18:00
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