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Papa: pace in Centrafrica e dialogo con la Cina

Provengono da Mali, Spagna, Svezia, Laos e San Salvador i cinque nuovi cardinali di cui Francesco ha annunciato la creazione in un Concistoro  fissato per il prossimo 28 giugno. Il Papa ne  ha dato notizia oggi, durante la preghiera del Regina Coeli di oggi, in piazza San Pietro.

Prima però, in questa sesta domenica di Pasqua, dalla finestra del Palazzo Apostolico, Bergoglio ha svolto una riflessione preoccupata sulla vita interna della Chiesa: «Quante persone si sono allontanate dalla comunità di cristiani per l’ambiente di chiacchiericcio che hanno trovato», ha detto. Poi ha spostato l’attenzione sugli scenari geopolitici, in particolare sulla Repubblica Centroafricana da dove «giungono purtroppo notizie dolorose». Nel Paese che Francesco ha assicurato di portare «nel cuore, specialmente dopo la mia visita del novembre 2015», in questi giorni «scontri armati hanno provocato numerose vittime e sfollati, e minacciano il processo di pace». Il Papa ha assicurato la sua vicinanza «alla popolazione e ai vescovi e tutti coloro che si prodigano per il bene della gente e per la pacifica convivenza. Prego per i defunti e i feriti e rinnovo il mio appello: tacciano le armi e prevalga la buona volontà di dialogare per dare al Paese pace e sviluppo».

A dieci anni dalla lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi, Jorge Mario Bergoglio ha poi rivolto una parola ai fedeli del Sol Levante: «Il prossimo 24 maggio ci uniremo tutti spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina, nella ricorrenza della Beata Vergine Maria «Aiuto dei Cristiani», venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai. Ai cattolici cinesi dico: alziamo lo sguardo a Maria nostra Madre, perché ci aiuti a discernere la volontà di Dio circa il cammino concreto della Chiesa in Cina e ci sostenga nell’accogliere con generosità il suo progetto d’amore». «Maria – ha aggiunto il Papa – ci incoraggia ad offrire il nostro personale contributo per la comunione tra i credenti e per l’armonia dell’intera società. Non dimentichiamo di testimoniare la fede con la preghiera e con l’amore, mantenendoci aperti all’incontro e al dialogo, sempre».

Prima della preghiera mariana, lo sguardo del Vescovo di Roma si è rivolto ad alcune dinamiche interne alla Chiesa. «I contrasti, l’orgoglio, le invidie, le divisioni lasciano il segno anche sul volto bello della Chiesa. Ma è l’amore che ci introduce nella conoscenza di Gesù, grazie all’azione dello Spirito Santo», ha ammonito il Papa, ribadendo che invece «una comunità di cristiani dovrebbe vivere nella carità di Cristo, e invece è proprio lì che il maligno «ci mette lo zampino» e noi a volte ci lasciamo ingannare». «Chi ne fa le spese sono le persone spiritualmente più deboli: quante di loro si sono allontanate perché non si sono sentite accolte, capite e amate», ha detto Francesco, «l’amore a Dio e al prossimo è il più grande comandamento del Vangelo: il Signore oggi ci chiama a corrispondere generosamente alla chiamata evangelica all’amore, ponendo Dio al centro della nostra vita e dedicandoci al servizio dei fratelli, specialmente i più bisognosi di sostegno e di consolazione».

Il Pontefice ha quindi sottolineato che «se c’è un atteggiamento che non è mai facile, non è mai scontato anche per una comunità cristiana, è proprio quello di sapersi amare, di volersi bene sull’esempio del Signore e con la sua grazia». Infatti, «anche per un cristiano saper amare non è mai un dato acquisito una volta per tutte, ogni giorno si deve ricominciare, ci si deve esercitare perché il nostro amore verso i fratelli e le sorelle che incontriamo diventi maturo e purificato da quei limiti o peccati che lo rendono parziale, egoistico, sterile e infedele».

Dunque, «ogni giorno si deve imparare l’arte di amare, ogni giorno si deve seguire con pazienza la scuola di Cristo, con l’aiuto del suo Spirito», ha raccomandato Papa Francesco. E, riflettendo sul Vangelo di oggi, ha ricordato «quel momento commovente e drammatico che è l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. L’evangelista Giovanni raccoglie dalla bocca e dal cuore del Signore i suoi ultimi insegnamenti, prima della passione e della morte. Gesù promette ai suoi amici che, dopo di Lui, riceveranno «un altro Paraclito», cioè un altro «Avvocato» difensore e consolatore, «lo Spirito della verità» e aggiunge: «Non vi lascerò orfani: verrò da voi»».

«Queste parole – ha commentato il Papa – trasmettono la gioia di una nuova venuta di Cristo: Egli, risorto e glorificato, dimora nel Padre e, al tempo stesso, viene a noi nello Spirito Santo. In questa sua nuova venuta si rivela la nostra unione con Lui e con il Padre: «Voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi». Meditando queste parole di Gesù, noi oggi percepiamo con senso di fede di essere il popolo di Dio in comunione col Padre e con Gesù mediante lo Spirito Santo». Quindi, ha sottolineato, «in questo mistero di comunione, la Chiesa trova la fonte inesauribile della propria missione, che si realizza mediante l’amore». Infatti, «Gesù dice nel Vangelo di oggi: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». In conclusione, Bergoglio ha invocato «la Vergine Maria, perfetta discepola del suo Figlio e Signore», perché «ci aiuti ad essere sempre più docili al Paraclito, lo Spirito di verità, per imparare ogni giorno ad amarci come Gesù ci ha amato».

Dopo la preghiera del Regina Coeli, il saluto ai fedeli di Roma, dell’Italia e del mondo presenti in piazza San Pietro. Un particolare pensiero è andato alla Capilla de Musica de la Catedral de Pamplona; al gruppo del Colégio São Tomás, de Lisboa; ai fedeli della Cappella Saint-Charles dell’Ospedale de la Croix Saint-Simon, di Parigi; a quelli di Torrent (Valencia, Spagna), del Canada e degli Stati Uniti d’America, tra cui alcuni dell’isola di Guam. Un saluto speciale anche ai ragazzi cresimati e cresimandi della diocesi di Genova: «Con l’aiuto di Dio verrò a visitare la vostra città sabato prossimo», ha detto il Papa tra gli applausi. E infine ha augurato a tutti «una buona domenica», raccomandando: «Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!».

(Giacomo Galeazzi / Vatican Insider)

 

22 Maggio 2017 | 07:15
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