Papa e Vaticano

Il Papa: il lavoro in nero e precario uccidono

«Il lavoro in nero e il lavoro precario uccidono»: il Papa lo scandisce nel video-messaggio che ha inviato ai partecipanti alla 48esima Settimana sociale dei Cattolici italiani (Cagliari, 26-29 ottobre), elencando una serie di lavori che «umiliano la dignità delle persone», dalla produzione di armi al traffico della prostituzione, da quello gestito dal caporalato a quello che discrimina le donne e i disabili, e affermando che il precariato, oltre che «immorale», «uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società». Il Papa dedica un pensiero particolare ai disoccupati, «agli scoraggiati che non hanno più la forza di cercare lavoro», a chi lavora solo qualche ora al mese «senza riuscire a superare la soglia di povertà», a chi vive nelle aree più difficili del «Mezzogiorno».

 

Il video-messaggio del Papa apre la 48esima edizione delle Settimane sociali intitolata, quest’anno, «Il lavoro che vogliamo, libero, creativo, partecipativo e solidale», espressione tratta dalla esortazione apostolica «Evangelii gaudium» dello stesso papa Francesco. L’intervento di apertura, oggi pomeriggio, è pronunciato dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e, tra i molti che interverranno, sabato pomeriggio è atteso a Cagliari il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e domenica mattina il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

 

«Senza lavoro non c’è dignità», afferma Jorge Mario Bergoglio: «Lo ripeto spesso, ricordo proprio a Cagliari nel 2013, e lo scorso maggio a Genova. Ma non tutti i lavori sono «lavori degni». Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori. Offendono la dignità del lavoratore anche il lavoro in nero, quello gestito dal caporalato, i lavori che discriminano la donna e non includono chi porta una disabilità. Anche il lavoro precario è una ferita aperta per molti lavoratori, che vivono nel timore di perdere la propria occupazione. Io – aggiunge Francesco alzando lo sguardo dai fogli del suo discorso – ho sentito tante volte questa angoscia: l’angoscia di poter perdere la propria occupazione; l’angoscia di quella persona che ha un lavoro da settembre a giugno e non sa se lo avrà nel prossimo settembre. Precarietà totale. Questo è immorale. Questo uccide: uccide la dignità, uccide la salute, uccide la famiglia, uccide la società. Il lavoro in nero e il lavoro precario – scandisce il Papa – uccidono. Rimane poi la preoccupazione per i lavori pericolosi e malsani, che ogni anno causano in Italia centinaia di morti e di invalidi».

 

«Il mio pensiero – dice ancora il Papa – va anche ai disoccupati che cercano lavoro e non lo trovano, agli scoraggiati che non hanno più la forza di cercarlo, e ai sottoccupati, che lavorano solo qualche ora al mese senza riuscire a superare la soglia di povertà. A loro dico: non perdete la fiducia. Lo dico anche a chi vive nelle aree del Sud d’Italia più in difficoltà. La Chiesa opera per un’economia al servizio della persona, che riduce le disuguaglianze e ha come fine il lavoro per tutti».

 

La crisi del lavoro «è una crisi ambientale e sociale insieme», afferma ancora il Papa, sottolineando che «crisi economica mondiale è iniziata come crisi della finanza, poi si è trasformata in crisi economica e occupazionale». Il sistema economico «mira ai consumi, senza preoccuparsi della dignità del lavoro e della tutela dell’ambiente. Ma cosi è un po’ come andare su una bicicletta con la ruota sgonfia: è pericoloso! La dignità e le tutele sono mortificate quando il lavoratore è considerato una riga di costo del bilancio, quando il grido degli scartati resta ignorato». Una logica alla quale non sfuggono le pubbliche amministrazioni, «quando indicono appalti con il criterio del massimo ribasso senza tenere in conto la dignità del lavoro come pure la responsabilità ambientale e fiscale delle imprese», e che deve interessare anche l’imprenditore, chiamato ad «affidare i talenti ai suoi collaboratori, a loro volta chiamati non a sotterrare quanto ricevuto, ma a farlo fruttare al servizio degli altri. Nel mondo del lavoro, la comunione deve vincere sulla competizione!».

 

Tra «tante difficoltà», rimarca ancora il Papa, «non mancano tuttavia segni di speranza», come le «buone pratiche» che sono state raccolte dal comitato promotore delle Settimane sociali, guidato da monsignor Filippo Santoro. L’innovazione tecnologica, a ogni modo, «va guidata dalla coscienza e dai principi di sussidiarietà e di solidarietà. Il robot – sottolinea Jorge Mario Bergoglio – deve rimanere un mezzo e non diventare l’idolo di una economia nelle mani dei potenti; dovrà servire la persona e i suoi bisogni umani». 

 

Nel suo lungo video-messaggio papa Francesco ricorda che nelle Scritture ci sono «molti personaggi definiti dal loro lavoro», sottolinea che Gesù stesso era falegname e «chiama mentre si lavora, come è avvenuto per i pescatori che Egli invita per farli diventare pescatori di uomini» e cita il beato Giuseppe Toniolo («Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, che chi definitivamente recherà a salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi una società di santi»), prima di ricordare l’enciclica «Rerum novarum» (1891) di papa Leone XIII. «Voglio augurarvi – conclude il Papa – di essere un «lievito sociale» per la società italiana e di vivere una forte esperienza sinodale. Vedo con interesse che toccherete problemi molto rilevanti, come il superamento della distanza tra sistema scolastico e mondo del lavoro, la questione del lavoro femminile, il cosiddetto lavoro di cura, il lavoro dei portatori di disabilità e il lavoro dei migranti, che saranno veramente accolti quando potranno integrarsi in attività lavorative. Le vostre riflessioni e il confronto possano tradursi in fatti e in un rinnovato impegno al servizio della società italiana».

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

31 Ottobre 2017 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 3 min.
disoccupazione (4), lavoro (24), Papa (1254), società (18)
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