Papa Francesco riammette nella piena comunione ecclesiale 8 vescovi cinesi

«La firma di un Accordo Provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese sulla nomina dei vescovi riveste una grande importanza, specialmente per la vita della Chiesa cattolica in Cina e per il dialogo tra la Santa Sede e le Autorità civili di quel Paese, ma anche per il consolidamento di un orizzonte internazionale di pace, in questo momento in cui stiamo sperimentando tante tensioni a livello mondiale». Così il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dopo l’annuncio.

«L’obiettivo della Santa Sede – spiega il cardinale a proposito della notizia odierna – è un obiettivo pastorale, cioè aiutare le Chiese locali affinché godano condizioni di maggiore libertà, autonomia e organizzazione, in modo tale che possano dedicarsi alla missione di annunciare il Vangelo e di contribuire allo sviluppo integrale della persona e della società». «Per la prima volta dopo tanti decenni, oggi tutti i Vescovi in Cina sono in comunione con il Vescovo di Roma», fa notare Parolin: «Papa Francesco, come i suoi immediati predecessori, guarda e si rivolge con particolare attenzione e con particolare cura al popolo cinese. C’è bisogno di unità, c’è bisogno di fiducia e di un nuovo slancio; c’è bisogno di avere Pastori buoni, che siano riconosciuti dal Successore di Pietro e dalle legittime autorità civili del loro Paese. E l’Accordo si pone proprio in questo orizzonte: è uno strumento che speriamo possa aiutare in questo processo, con la collaborazione di tutti».

«Alla comunità cattolica in Cina – ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli – il Papa affida in modo particolare l’impegno di vivere un autentico spirito di riconciliazione tra fratelli, ponendo dei gesti concreti che aiutino a superare le incomprensioni del passato, anche del passato recente», conclude il cardinale, secondo il quale «in questo modo i fedeli, i cattolici in Cina, potranno testimoniare la propria fede, vivere un genuino amore di patria e aprirsi anche al dialogo tra tutti i popoli e alla promozione della pace».

Intanto, «al fine di sostenere l’annuncio del Vangelo in Cina», il Papa ha deciso di riammettere nella piena comunione ecclesiale i rimanenti vescovi «ufficiali» ordinati senza mandato pontificio. È quanto si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, che ne rende noto l’elenco: mons. Giuseppe Guo Jincai, mons. Giuseppe Huang Bingzhang, mons. Paolo Lei Shiyin, mons. Giuseppe Liu Xinhong, mons. Giuseppe Ma Yinglin, mons. Giuseppe Yue Fusheng, mons. Vincenzo Zhan Silu e mons. Antonio Tu Shihua, deceduto il 4 gennaio 2017, che prima di morire aveva espresso il desiderio di essere riconciliato con la Sede Apostolica.

Papa Francesco auspica che, «con le decisioni prese, si possa avviare un nuovo percorso, che consenta di superare le ferite del passato realizzando la piena comunione di tutti i cattolici cinesi». La comunità cattolica in Cina, da parte sua, «è chiamata a vivere in più fraterna collaborazione, per portare con rinnovato impegno l’annuncio del Vangelo.

Sempre oggi, in concomitanza con l’accordo provvisorio tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei vescovi, «nel desiderio di promuovere la cura pastorale del gregge del Signore e per attendere più efficacemente al suo bene spirituale», il Papa ha deciso di costituire nella Cina Continentale la diocesi di Chengde, suffraganea di Beijing, con sede episcopale nella chiesa cattedrale di Gesù Buon Pastore, sita nella Divisione Amministrativa di Shuangluan, «Città di Chengde», una parte della quale è appartenuta anticamente al vicariato apostolico della Mongolia Orientale. Nell’area vivono quasi 4 milioni di abitanti, di cui 25mila cattolici, distribuite in 12 parrocchie.

Agenzie/red

22 Settembre 2018 | 14:37
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