Papa Francesco prega per le vittime del disastro sull'Himalaya

Il disastro ambientale di domenica scorsa in una gola dello Stato settentrionale indiano dell’Uttarakhand con le sue 32 vittime e i circa 170 dispersi, sono al centro della preghiera che il Papa oggi, al termine della catechesi dell’udienza generale, rivolge a quanti sono stati coinvolti:

Esprimo la mia vicinanza alle vittime della calamità accaduta tre giorni fa nel Nord dell’India, dove parte di un ghiacciaio si è staccata provocando una violenta inondazione che ha travolto i cantieri di due centrali elettriche. Prego per gli operai defunti e per i loro famigliari, e per tutte le persone ferite e danneggiate.

Le ricerche intanto proseguono anche durante la notte. I soccorritori stanno cercando di trarre in salvo 34 lavoratori idroelettrici intrappolati in un tunnel. Ricordiamo infatti che la tragedia è stata causata dal distaccamento di un pezzo di ghiacciaio, nel lago artificiale creato dalla diga Rishiganga sul fiume Alaknanda, nella zona dell’Himalaya vicino al Parco nazionale del Nanda Devi. La rottura della diga, a sua volta, ha generato una grande alluvione che ha costretto all’evacuazione di numerosi villaggi a valle del fiume. Da qui centinaia di persone che risultano ancora disperse in un’area molto fragile da punto di vista ambientale e in cui già nel giugno 2013 piogge record causarono inondazioni spaventose, costate la vita ad oltre 5mila persone. Un disastro soprannominato «tsunami himalayano», a causa dei torrenti d’acqua scatenati nella zona montuosa.

Le parole del Papa seguono il cordoglio espresso dai vescovi indiani per la «perdita di così tante vite preziose» in quello che hanno definito un «vero disastro naturale», confidando anche nell’impegno massimo del governo nonostante il luogo «particolarmente impervio e le condizioni meteorologiche avverse».

Il Capodanno Lunare porti pace, fraternità e salute

Sempre con lo sguardo rivolto all’Oriente, il Papa ha voluto, al termine della catechesi anche salutare e rivolgere i suoi auguri speciali di pace e bene a milioni di persone che il prossimo 12 febbraio, dalla Cina al Vietnam, dalla Corea al Giappone, nell’Estremo Oriente quindi, celebreranno il Capodanno secondo il computo del tempo del calendario lunare. In tempo di pandemia, ci accompagnino salute, bene e  fraternità:

Desidero inviare il mio cordiale saluto, unitamente all’augurio che il nuovo anno porti frutti di fraternità e solidarietà. In questo particolare momento, nel quale forti sono le preoccupazioni per affrontare le sfide della pandemia che tocca non solo il fisico e l’anima delle persone, ma influisce anche sulle relazioni sociali, formulo l’auspicio che ognuno possa godere di piena salute e di serenità di vita.

E se l’auspicio è quello della salute e della serenità, il Papa non manca di chiedere il dono della pace con uno sguardo preferenziale sempre alla cura dei poveri:

E mentre invito infine a pregare per il dono della pace e di ogni altro bene, ricordo che essi si ottengono con bontà, rispetto, lungimiranza e coraggio. Non dimenticate mai di avere una cura preferenziale verso i più poveri e i più deboli.

Vatican News

10 Febbraio 2021 | 12:28
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