Papa Francesco con don Marco Pozza: nasce il libro «Ave Maria»

La copertina del libro

Un libro su Maria, un libro che parla di Maria. Era un desiderio di Papa Francesco, realizzato grazie alla fraterna amicizia con il cappellano del carcere di Padova, Marco Pozza. Il Magistero di Papa Francesco passa anche attraverso queste nuove proposte: le interviste, i colloqui, le omelie. Non a caso il libro è uscito nelle librerie nel mese mariano di ottobre, edito da Rizzoli.

È un libro facile da leggere, ma non per questo banale. Il tono colloquiale permette di assaporare lo stile «mariano», dettato dalla semplicità, dalla «normalità». Non è una semplice «intervista». Don Pozza pone delle piccole riflessioni che stimolano il Santo Padre ad esprimere ciò che custodisce nel cuore riguardo a Maria. Da subito si comprende che la Madre di Gesù non è una sconosciuta per il nostro Papa… ne parla come di una famigliare, la descrive guidandoci a comprendere che lui la conosce bene.

La normalità

«Maria è una donna normale». Il Papa sottolinea l’essere profondamente umano della Madre del Signore. Lei, concepita senza peccato, non si distacca dall’umanità… anzi,  ne è partecipe nelle sue varie forme. «Lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito». Queste parole accompagnano il lettore a lasciare, per qualche istante, le immobili immagini che l’arte rappresenta e che sovente divinizzano l’umanità di Maria al punto da presentarcela così lontana.

Lo stupore

Prima però di poter imitare la madre bisogna imitare i figli… per capire Maria è necessario, ricorda il Papa, «tornare indietro, indietro, farsi bambini, provare lo stupore di bambini». Ogni madre, ogni padre, è figlio o figlia. Questa dinamica di stupore permane nel corso della vita, il grande mistero nel quale si realizza l’incontro tra il dono ricevuto e quello donato.

Piena di… «giovinezza»

Il peccato rende duro il cuore, lo fa invecchiare. Le parole del saluto a Maria (un saluto che ci suona un po’… strano) sono l’opportunità per parlare della bellezza della vita in Dio. Una bellezza trasmessa a tutta la nostra umanità, realizzata in virtù della vocazione ad essere conformi a Cristo. Maria è rappresentata sovente come una giovinetta, proprio per sottolineare la sua profonda attenzione, il suo profondo legame, con il progetto di Dio.

Paure aperte e paure chiuse

Siamo abituati a possedere ciò che abbiamo dinanzi. È un’abitudine. Proprio mentre si sta celebrando un Sinodo per i giovani, Francesco parla delle paure che chiudono il cuore (e che bloccano le scelte) o di quelle che lo aprono. Non possiamo possedere la nostra vita, il nostro futuro. È stato così per Maria, lo è per noi. La «paura aperta» evocata dal Papa spinge ognuno a ripercorrere la strada della Madre del Signore: Dio guida i passi perché «è con noi».

Memoria materna

La madre ha un legame unico con il proprio figlio. Non è riproducibile, non è imitabile. Essere madre significa incontrare gioie ma anche dolori: la «memoria materna» è il termine usato dal Papa per definire quell’invisibile legame tra figlio e madre. Quella sintonia, quel fil rouge, quell’invisibile che lega una madre al suo figliolo. Quante volte pensiamo, davanti alla parola «fiducia», di dover essere noi a fare il primo passo, ovvero a spenderla nei confronti di Dio. Ma è Lui ad avere, per primo, detto di «sì» ad ognuno di noi.

L’élite: una tentazione

«È un Dio affettuoso»: sì, è interessato ed anche più ad ognuno. Ma sentirsi parte di un’élite è pericoloso per la propria anima. Chiude le porte all’altro e quindi anche a Dio. Vi è un’altra chiusura pericolosa: «l’orfanezza». Siamo molto individualisti nella nostra epoca… e reputare indipendente da chiunque il nostro cammino spirituale e la nostra vita diviene un’insidia molto pericolosa.

La rivoluzione della tenerezza

Quasi in modo paradossale… il Papa spiega che, in un mondo pieno di soprusi e slealtà, c’è bisogno di tenerezza. I primi anni di vita sono un terreno fertile per il legame con Dio: nella relazione di fiducia ed amore tra madre e figlia si riflette l’amore del Padre per i suoi figli.

Quando questa tenerezza è accolta allora c’è la santità, che non è mai «fare delle cose per Dio», ma «lasciare che Dio faccia delle cose per noi».

Madre di Dio

Già riconoscere la maternità di qualcuno è un atto di onore: Francesco parlando di Maria va ben oltre perché dice essere «la firma d’autore di Dio sull’umanità». Il Papa fa sul serio… a cuore aperto, in questo testo, permette di entrare nel suo rapporto con Maria.

Non corrotti ma peccatori

«Il corrotto vende la propria madre, il peccatore no». Il Papa, lui per primo, riconosce la semplicità del proprio cammino riconoscendosi peccatore. È parte del nostro cammino, e non deve intimorirci. Anzi, riconoscerlo consente a preparare lo spazio per l’incontro con Dio: è un Padre della vita, della vita piena. Il Papa non esita a riferirsi alle ultime parole dell’Ave Maria, che in tutta sincerità parlano del tema della morte. «Durante una vita di peccato, uno dice di sapere che morirà, ma non ci pensa». Quanto ha ragione il Papa! Cerchiamo di esorcizzare la morte non pensandoci, eppure è un passaggio così importante e difficile da avere bisogno che qualcuno ci accompagni. Sì, perché da soli non ce la facciamo: è per questo che le ultime parole della bella preghiera dell’Ave Maria sono rivolte proprio alla morte.

Il Magnificat: il canto di lode

Il Papa conclude l’intervento commentando il Magnificat, e riconoscendo lo spirito che ha portato Maria a pronunciare quelle parole. C’è un profondo legame tra la Madre del Signore ed il cammino di ogni uomo e di ogni donna: conoscere la storia di Maria e pregandola si cresce nella fede e nell’amicizia di Gesù Cristo.

Il libro chiude con l’intervento di padre Pozza chiamato «una madre fra i lupi», con una testimonianza di vita del carcere.

Un libro semplice

È un testo semplice, bello, agile. Non vi sono nascosti particolari rivelazioni ma non per questo si fatica a trovarne il valore. È un libro che «fa bene», specialmente in questo mese di ottobre. È un testo che aiuta, nella forma e nei contenuti, a ritrovare «lo stile di Maria»: semplice, sincero, fiducioso. Anche ad una domanda utilitarista come «è utile leggerlo?» si può rispondere con una convinta risposta affermativa. È un bel colloquio casalingo, dove si impara a conoscere meglio il Papa e la Madre di Gesù. È un libretto che ti fa respirare l’aria di Nazareth, quell’aria che il nostro Salvatore ha respirato.

 

 

 

 

10 Ottobre 2018 | 18:45
Tempo di lettura: ca. 4 min.
Papa (1255)
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