Papa e Vaticano

Il Papa ai carcerati: «La pena deve avere un orizzonte di speranzaˮ

«Non dimentichiamo la pena, per essere feconda, deve avere un orizzonte di speranza, altrimenti resta rinchiusa in se stessa ed è soltanto uno strumento di tortura, non è feconda». Lo dice Francesco nel videomessaggio inviato nel pomeriggio di giovedì 24 agosto al Centro di Studenti universitari del Complesso penitenziario federale di Ezeiza, in Argentina. Un carcere con quale il Papa ha un rapporto costante e particolare: due volte al mese, la domenica pomeriggio, Bergoglio trascorre un’ora al telefono con chi sta dietro le sbarre. L’occasione del videomessaggio è l’apertura del corso di musica.

 

«Amici miei che fate parte del Centro di studenti universitari di Ezeiza – afferma Francesco – un cordiale saluto, un saluto che evoca quelle telefonate domenicali che faccio al Penale. S ono al corrente di tutte le vostre attività e mi suscita tanta gioia l’esistenza di questo spazio, uno spazio di lavoro, di cultura, di progresso, è un segno di umanità. E non sarebbe potuto esistere se non ci fossero state persone di tanta sensibilità umana tra gli interni, gli agenti del servizio penitenziario, direttori, giudici, membri dell’Università di Buenos Aires e gli studenti. Grazie».

 

«Adesso un passo avanti. Hanno dato impulso all’apertura del corso di musica – aggiunge Bergoglio, citando per nome alcuni protagonisti -. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa: il capo signor Claudio Segura, il direttore signor Alejandro Gonzalez, il sostegno e l’avallo dell’Università di Buenos Aires e del potere giudiziario e soprattutto i segretari di Cassazione, Luis e Victor, e gli interni incaricati del Centro di studenti – Marcelino, Guille, Edo – che conosco per telefono. Grazie per tutto ciò che avete fatto. È un alito di vita ciò che sta succedendo nel Penale, tra di voi. E la vita – voi lo sapete – è un regalo, ma un regalo che bisogna conquistare ogni giorno. Ce lo regalano, ma dobbiamo conquistarlo ogni giorno. Dobbiamo conquistarlo in ogni passo della vita. Un regalo che non è facile conservare. Coraggio ogni giorno».

 

«Un sacco di difficoltà, tutti ne abbiamo – ha detto ancora il Pontefice – però abbiamo cura di questo regalo e lo facciamo crescere, ne abbiamo cura e lo facciamo fiorire. G li interni stanno scontando una pena, una pena per un errore commesso. Ma non dimentichiamo che, affinché la pena sia feconda, deve avere un orizzonte di speranza, altrimenti resta rinchiusa in se stessa ed è soltanto uno strumento di tortura, non è feconda. Pena con speranza, allora è feconda. Speranza di reinserimento sociale, e per questo, formazione sociale, guardando al futuro, e questo è quello che state facendo voi».

 

«Con questo nuovo corso di musica – ha concluso Francesco – state guardando al reinserimento sociale, già adesso vi state reinserendo con gli studi, con l’Università di Buenos Aires, state guardando al reinserimento sociale. È una pena con speranza, una pena con orizzonte. Torno a dire, i problemi ci sono e ci saranno, ma l’orizzonte è più grande dei problemila speranza supera tutti i problemi. Cari amici, prego per voi, vi tengo vicini al cuore, vi chiedo di non dimenticare di farlo per me. Che Dio vi benedica e avanti, sempre con un sorriso. Alla prossima chiamata!».

Andrea Tornielli – VaticanInsider

25 Agosto 2017 | 18:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
carcerati (3), Papa (1255), videomessaggio (16)
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