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Padre Werenfried, pacificatore in Europa/catt.ch/gdp

No, non si chiamava «padre Lardo» per via della sua figura …abbondante. Questo soprannome, padre Werenfried van Straaten, il fondatore di «Aiuto alla Chiesa che Soffre – Aid to the Church in Need» (ACN) se lo è guadagnato sul campo, negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale. Un periodo che lo ha, da subito, profondamente interrogato. Quali tracce quei sei anni di odio e violenza hanno lasciato nell’animo degli uomini?  È possibile ricominciare a vivere, a credere, ad amare di nuovo o Dio è davvero morto nei campi di concentramento di Auschwitz, a Nagasaki e Hiroshima, insieme ai 60 milioni di persone spazzate via? Questi sono i pensieri che affollavano la mente e l’anima del giovane Werenfried, da poco divenuto sacerdote dell’ordine dei Premonstratensi, in Belgio. E mentre altri provvedono a ricostruire le città ridotte in macerie, Werendfried cerca di estirpare le tracce di odio radicate nelle persone. «Riconciliare» diventa la sua parola d’ordine. Riconciliare i vinti con i vincitori, gli aguzzini con le vittime, gli uomini con gli uomini. Cominciò così: fissando i suoi occhi azzurri nel viso delle persone, chiedendo loro di ripartire dal Vangelo, dal suo comandamento più difficile: da quell’»ama il prossimo tuo come te stesso», senza se e senza ma. Anche se si trattava di chi fino a ieri ti sparava addosso.

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1 Febbraio 2018 | 07:20
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