Padre Hans Zollner: «Chi ha sbagliato deve pagare, ora nella Chiesa c'è voglia di pulizia»

«Sono contento che tutto sia uscito allo scoperto. È giusto che chi sbaglia ci metta la faccia. La Chiesa ha voluto oggi questo risultato e va dato atto al vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, di aver avuto coraggio seppure gli errori li hanno commessi altre persone e anche i suoi predecessori decenni prima del suo arrivo». Padre Hans Zollner, gesuita tedesco, membro della Commissione vaticana contro la pedofilia e presidente del Centro protezione dei minori dell’Università Gregoriana, ha in mano il rapporto fatto dall’avvocato Ulrich Weber per conto della Chiesa di Ratisbona sugli abusi perpetrati su più di 500 minori del Coro del Duomo di Ratisbona.

Si parla anche di Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI, direttore del coro di Ratisbona dal 1964 al 1994. Cosa pensa?
«Non ho ancora potuto leggere tutto il rapporto. Va tuttavia detto che monsignor Georg era direttore del Coro mentre la maggior parte degli abusi sono avvenuti in una scuola dipendente dal Coro ma stanziata in un paese vicino. Ciò detto, senz’altro, ogni responsabilità verrà accertata ed è giusto che sia così».

La pulizia sugli abusi commessi su minori nella Chiesa cattolica è ancora un lontano miraggio?
«Il rapporto è merito della volontà di pulizia presente all’interno della Chiesa. Sono fatti terribili, ma oggi nessuno ha più intenzione di coprire nulla».

Oltre agli abusi sessuali si parla di violenze corporali.
«Purtroppo in molte scuole, almeno fino agli anni 60 e 70, un certo tipo di «educazione» era prassi. Non è bello da ammettere, ma usava fare così. Non so in Italia, ma in Germania si usava».

Benedetto XVI secondo lei era informato di quanto lì avveniva?
«Credo davvero che Joseph Ratzinger non sapesse nulla. Lo escluderei».

Papa Francesco ha seguito l’evolversi del caso?
«Credo che lui, come tutti noi della Commissione per la tutela dei minori, aspettasse i risultati. Dovevano arrivare intorno a Pasqua, ma l’avvocato ha avuto problemi con la magistratura tedesca per altre vicende e tutto è stato rimandato di qualche mese».

Cosa deve fare la Chiesa che ancora non ha fatto?
«Deve continuare a tirare fuori ogni errore del passato e poi ascoltare le vittime e risarcirle, per quanto possibile. È questa l’unica strada e spero che il coraggio del vescovo di Ratisbona faccia scuola in tante altre Chiese locali».

(Paolo Rodari / Repubblica.it)

19 Luglio 2017 | 12:17
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