Omran non ferma le bombe su Aleppo

Ad Aleppo i bombardamenti non si fermano e la fine del conflitto siriano sembra molto lontana. La drammatica foto-testimonianza di Omran con il volto insanguinato del piccolo siriano, emerso dalle macerie sembra già dimenticata. E la quotidianità drammatica va avanti, nonostante il «sì» di Mosca allo stop ai bombardamenti e la pressione dell’Onu che da ieri ha interrotto l’azione umanitaria della propria task force per scuotere l’azione politica.

Sette persone di una stessa famiglia, fra cui quattro bambini, sono morti oggi in un raid aereo compiuto con elicotteri nel quartiere Al Yalum di Aleppo.

Salea 442 civili, tra cui 97 minorenni e 54 donne, il numero delle vittime civili dal 31 luglio, inizio dell’escalation.

Nell’ultima settimana ad Aleppo sono morti 108 combattenti tra ribelli e soldati governativi. Sono numeri forniti dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo il quale 61 delle vittime sono ribelli, in gran parte appartenenti a gruppi islamisti, tra i quali c’è Abuleil al Tunsi, comandante militare del gruppo Ansar al Islam. Tra le fila dei governativi si contano invece 47 morti tra soldati dell’esercito e miliziani, tra i quali ci sono 16 ufficiali.

Intanto sul fronte della diplomazia sono confermate le 48 ore alla settimana ditregua in Siria e due direttrici di ingresso degli aiuti umanitari ad Aleppo, ma non si sa ancora da quando.

Sono in corso contatti tra Turchia e Stati Uniti sul conflitto e sul futuro di Assad, mentre dipenderebbe dal ritrovato asse Ankara-Mosca il bombardamento da parte di Damasco contro i curdi, nel nord della Siria, soldati alleati di Assad contro il Daesh ad Aleppo.

(Avvenire)

20 Agosto 2016 | 16:21
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aleppo (75), guerra (162), vittime (28)
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