Diocesi

Il card. Poletto ai funerali di don Pronzato: «Amici fin dai banchi di scuola»

Ha iniziato la Santa Messa ricordando la loro amicizia, quella nata sui banchi di scuola e poi in seminario, il card. Poletto, che questo pomeriggio a Lugano, nella parrocchia di Cristo Risorto, ha celebrato le esequie di mons. Alessandro Pronzato, il «prete scrittore», caro ai Papi. Presenti anche, oltre ai Vescovi mons. Piergiacomo Grampa e mons. Lazzeri, mons. Luciano Pacomio Vescovo emerito di Mondovì e Leonardo Sapienza, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia. Quest’ultimo, in stretto contatto con Papa Francesco, ha portato ai presenti la sua benedizione.

«Dobbiamo uscire da questa chiesa, oggi, sapendoci interpellati e disponibili a cambiare vita, perché l’esistenza di don Alessandro ci interroga», così ha quindi esordito il card. Poletto nell’omelia. «Per contemplare il mistero, anche quello della morte, è infatti necessario superare il senso dell’abitudine».

«Al centro della vita di don Alessandro, la vocazione della scrittura, con oltre 120 libri tradotti in molteplici lingue. La sua parola ha toccato confini sconosciuti, si può dire. Ed è una vocazione che si è protratta fino alla fine: l’ultimo libro è della primavera scorsa. Attraverso i suoi scritti ha annunciato il Vangelo senza risparmiarsi. Persino Fidel Castro ha ricevuto per mano dello stesso Papa Francesco due suoi libri, La mia bocca si aprì al sorriso e i Vangeli scomodi«.

«Ecco, un aspetto fondamentale della predicazione di mons. Poletti è stata la gioia, nella convinzione che il Vangelo non è solo mortificazione ma incontro con il Signore. Nonostante la sofferenza, lo testimonia il fatto che egli sia morto con molta serenità, come testimoniano coloro che gli sono stati vicino fino alla fine, come nel suo libro Alla scuola di Maria, maestra della gioia. Proprio per scrivere chiedeva spesso aiuto a Maria».

«Da queste esequie non può che arrivarci un messaggio di speranza. Lo sto dicendo a voi e a me, dobbiamo convincerci: non c’è motivo di scoraggiarci, risusciteremo. Don Sandro è andato verso la morte con questa convinzione nel cuore. Perciò che la nostra vita, uscendo di qui, non sia più la stessa».

Nell’ultimo momento conclusivo, il trasporto della salma al crematorio, parenti e amici ne hanno quindi ricordato «la sensibilità e la cortesia di altri tempi», nonché quel piccolo significativo gesto, rimasto nella memoria di molti: chiedere al Papa, prima di molti altri, la beatificazione di Romero.

 

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28 Settembre 2018 | 16:29
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